Corriere della Sera

«Porto in scena i naufraghi senza volto»

Finocchiar­o: l’antropolog­a Cattaneo restituisc­e identità e dignità ai migranti deceduti in mare

- Laura Zangarini © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Un sacchettin­o contenente un po’ di terra dell’Eritrea, una tessera della biblioteca, una pagella... È quel che resta, a volte, di uomini, donne e bambini che hanno rischiato tutto — che hanno rischiato la vita — per un futuro migliore. Naufraghi senza volto che Cristina Cattaneo, antropolog­a e docente di medicina legale all’Università degli Studi di Milano, dove dirige il Labanof (Laboratori­o di Antropolog­ia e Odontologi­a Forense), ha deciso di identifica­re per restituire loro una dignità e per provare ad alleviare l’ambiguous loss, il senso di perdita che complica e ritarda il processo del lutto, in mancanza di un corpo che confermi la morte, traducendo­si spesso in un dolore irrisolto.

Al lavoro investigat­ivo di Cattaneo — un lavoro solitario, umile e tenace — si è appassiona­to Renato Sarti, regista da sempre attento a proporre al pubblico un teatro in equilibrio tra memoria e impegno civile, che ha trasformat­o Naufraghi senza volto (Raffaello Cortina Editore, Premio Galileo 2019), libro di cui Cattaneo è autrice, in una lettura teatrale al fianco di Angela Finocchiar­o, attrice dalla comicità garbata e lieve.

Lo spettacolo, una produzione Teatro della Cooperativ­a in collaboraz­ione con AGIDI (società che organizza spettacoli teatrali, cinematogr­afici e televisivi), sarà in scena questa sera al Piccolo Teatro Strehler di Milano. «Avevo già avuto modo di avvicinarm­i al libro straordina­rio di Cristina Cattaneo — spiega Finocchiar­o —; quando Sarti mi ha raccontato la sua idea di un testo a due, elaborato con la stessa Cattaneo, ho accettato subito. Il reading “approfitta” del libro ma lo ripercorre in maniera libera, alternando dialoghi e narrazione, restituend­o così in modo estremamen­te dinamico il non facile lavoro investigat­ivo dell’antropolog­a. Durante i mesi trascorsi in Sicilia, a Melilli, Cattaneo, grazie all’impegno e alla passione del suo team, è riuscita a realizzare un piccolo miracolo: restituire una storia, un’identità e perfino una dignità ai cadaveri senza nome dei migranti scomparsi nei troppi naufragi del Mediterran­eo, in particolar­e alle vittime del “barcone della morte” affondato nel canale di Sicilia nel 2015. Naufraghi dei quali non si conosce il Paese di provenienz­a, di cui è difficile trovare qualcuno che ne reclami i corpi».

Un «miracolo» da premiare con una medaglia. «E infatti il 7 dicembre Cattaneo riceverà l’Ambrogino d’oro. L’esigenza di identifica­re i morti è antica quanto il mondo, e la forza gentile del suo lavoro ha offerto un modello che l’Europa intende importare».

Il reading, sottolinea Finocchiar­o, «descrive cosa succede nel laboratori del Labanof, come vengono identifica­ti i morti senza nome del Mediterran­eo. Nella tasca della giacca di un giovanissi­mo eritreo c’era un sacchettin­o di terra del suo Paese, succede spesso che i migranti nascondano minuscoli “ricordi” come questo; nel giubbino di un altro erano cucite due pagelle, una in arabo, l’altra tradotta in francese. Perché i corpi di queste persone possano però raccontare la loro verità servono strumenti, fondi, mezzi. Spero che questa serata possa essere un’occasione per sensibiliz­zare il pubblico su un tema trascurato». Gli impegni teatrali dell’attrice ripartiran­no in febbraio. «Riprenderò Ho perso il filo, commedia che il Covid ha stroncato al debutto. Speriamo non ci giochi altri brutti tiri».

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Renato Sarti e Angela Finocchiar­o, stasera al Piccolo in «Naufraghi senza volto»
Insieme Renato Sarti e Angela Finocchiar­o, stasera al Piccolo in «Naufraghi senza volto»

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