Corriere della Sera

Sono stati salvati i mufloni dell’Isola del Giglio «È un grande risultato»

- Alessandro Fulloni

Le operazioni di abbattimen­to dei mufloni sull’isola del Giglio sono state fermate. Questo l’esito del confronto e dell’accordo tra il presidente del Parco dell’Arcipelago Toscano, Giampiero Sammuri, e l’onorevole Michela Vittoria Brambilla, presidente dell’Intergrupp­o parlamenta­re per i diritti degli animali e della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, che hanno individuat­o soluzioni alternativ­e per la salvaguard­ia della vita di tutti i mufloni sull’isola. «Gli animali sono salvi — annuncia Brambilla — e questo è ciò che più importa. Sono felice di avere raggiunto questo grande risultato che mette la parola fine ad una situazione che aveva toccato la sensibilit­à non solo degli abitanti del Giglio ma di tutta l’opinione pubblica». Le possibili soluzioni allo studio sono due: il trasferime­nto degli animali in aree faunistich­e dove sia loro garantita un’adeguata condizione di benessere — insieme il presidente Sammuri e Brambilla le avrebbero già individuat­e — oppure la permanenza dei mufloni sull’isola, ma in uno spazio recintato per limitarne l’impatto. Nei giorni scorsi aveva suscitato forti proteste la prospettat­a ripresa delle operazioni di «eradicazio­ne» dei mufloni previste dal progetto europeo «Lets’go Giglio», finanziato con 1,6 milioni di euro dei contribuen­ti italiani ed europei: il comitato «Save Giglio» aveva raccolto migliaia di firme in calce ad una petizione che chiedeva di risparmiar­e la popolazion­e di ovini selvatici (qualche decina) sull’isola, discendent­e dagli esemplari portati negli anni Cinquanta per un progetto di conservazi­one. Immediata è stata la mobilitazi­one di molti gigliesi, degli animalisti e di Michela Vittoria Brambilla che aveva annunciato la presentazi­one di un esposto in Procura e di un reclamo alla Corte dei conti europea. «Con i fondi del progetto Ue, in parte già spesi per catturare alcuni mufloni e munirli di radiocolla­re — aveva fatto presente l’ex ministro — si sarebbero potute eseguire le sterilizza­zioni o i trasferime­nti in aree faunistich­e. E in ogni caso — aveva aggiunto — non mi si venga raccontare che, nel XXI secolo, per allontanar­e da una piccola isola qualche decina di pecore selvatiche, bisogna per forza ammazzarle».

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Parlamenta­re Michela Vittoria Brambilla (Ansa)

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