Charles una perla rara con una voglia feroce
Di prendersi la scena per intero aveva una gran voglia. In credito con le corse, il Mondiale, la Ferrari. In debito con la sua gente, che aspettava lo show del figlio prediletto. Lui Charles, una perla rara persino in Costa Azzurra, abituati come sono alle gioiellerie. Casco dedicato a Louis Chiron, l’altro monegasco da Grand Prix, vincitore in casa novanta anni fa, indossato per ribadire una appartenenza; occhio da teppa sin dal giovedì con l’idea di fare il colpo, di tirar fuori l’anima dal suo Cavallino, messo giù come un purosangue. Sangue blu, si capisce, dato il luogo. Ha rischiato, ha sfiorato le parti sensibili di una pista che non perdona la minima villania. Ha esagerato, ha baciato con un eccesso di foga il guardrail sotto la piscina allo scadere di un giorno solo suo. Mentre salvava la sua pole dall’assalto di chi avrebbe voluto farla propria, condannava se stesso, l’intera Ferrari, il popolo ferrarista ad un ennesimo stress. Un’incertezza da portarsi dentro nella notte di vigilia, con l’idea di farla franca. Era quella, del resto, l’espressione dopo l’urto, mentre tornava verso i suoi uomini allargando le braccia. Occhi sorridenti all’ombra del casco, un orgoglio talmente forte da scaraventare ogni timore, l’ipotesi di una delusione, dalle parti di Mentone, Ventimiglia, chissà dove. Il palco: occupato totalmente. Non appena ritrovata una Ferrari da aderenza massima per velocità minime. Per una volta la macchina migliore per un ragazzo che sa essere il migliore, trasportato da un talento fatto di grazia e ferocia. I veri campioni sono così. Sguazzano al limite del disastro con il rischio di sbagliare, la voglia di stupire. Averne di giorni, di piloti così.