Lite tra i Mussolini, la cripta del Duce rimane chiusa
Due pronipoti avevano annunciato la riapertura per oggi, ma il resto della famiglia: non hanno titolo
Non hanno fatto i conti con la famiglia Orsola e Vittoria Mussolini, pronipoti del Duce, annunciando la riapertura della Cripta del bisnonno a Predappio.
Le due sorelle hanno detto che la tomba di Benito e di donna Rachele si sarebbe riaperta oggi, domenica 23 maggio, dopo quattro anni di chiusura per lavori di ristrutturazione. Smentite clamorosamente da un comunicato della «famiglia» con in testa il loro fratello Caio Giulio Cesare: «È una decisione assolutamente sbagliata».
Probabilmente l’errore di Orsola e Vittoria è stato quello di non consultarsi con il resto dei Mussolini, visto che proprio Caio Giulio Cesare — pronipote del Duce da parte di Guido figlio di Vittorio, primogenito di Benito — ha fatto sapere che l’intenzione è di riaprire la Cripta entro l’estate. Eppure per riaprire la tomba di famiglia le due sorelle Mussolini — nipoti di Alessandra, figlia di Romano, figlio del Duce — avevano fatto appello alle volontà di donna Rachele che quattro anni prima di morire, nel 1975, aveva ottenuto «da parte del comune di Predappio la concessione perpetua della Cripta per sé e per i suoi discendenti con la facoltà di utilizzo della stessa per i servizi cimiteriali, nonché il libero accesso per i visitatori».
Niente da fare, è la stessa Rachele — nipote del Duce — ad alzare la voce su Facebook: «Orsola e Vittoria non sono titolate ad effettuare nessun annuncio pubblico riguardante la Cripta senza la preventiva discussione da parte della maggioranza della famiglia».
Una querelle familiare dalla quale la nipote più famosa, Alessandra, ha voluto tenersi fuori, così come ha fatto il sindaco di Predappio, Roberto Canali, che ha ricevuto su WhatsApp la comunicazione della famiglia di smentita a Orsola e Vittoria.
Dice il sindaco, eletto nel 2019 con una lista civica del centrodestra: «Sono questioni interne alla famiglia nelle quali non voglio entrare».
Tuttavia il sindaco Canali di Predappio — poco più di seimila anime in provincia di Forlì-Cesena — non può fare a meno di dolersi della smentita alla due sorelle. «L’apertura della Cripta avrebbe dato una boccata di ossigeno ai bar, ai ristoranti e a tutti gli esercenti del paese che con il Covid hanno sofferto economicamente».
È un afflusso costante quello alla Cripta del Duce che nemmeno la chiusura per lavori di ristrutturazione — avvenuti dal 2017 grazie al finanziamento della Fondazione di Alleanza Nazionale — è riuscita a fermare.
Dice ancora il sindaco: «Sono tre le date in cui l’afflusso è più imponente. Il 28 ottobre, la ricorrenza della marcia su Roma, arrivano anche a migliaia. Po ci sono il 28 aprile, anniversario della morte di Mussolini, e il 29 luglio, anniversario della nascita: in queste date viene meno gente, ma comunque sempre a centinaia».
Alla riapertura della Cripta si è opposta con decisione l’Anpi, l’associazione nazionale dei partigiani, per bocca del vicepresidente Emilio Ricci: «Con tutto il rispetto dei defunti, ma la riapertura della Cripta di Mussolini rappresenterebbe apologia di fascismo».
Su questa affermazione taglia corto il sindaco di Predappio: «Per quanto mi ricordo, la tomba di Mussolini è sempre stata aperta, durante i miei cinquantasette anni di vita».
E adesso dovrebbe riaprire entro l’estate se è vero quello che ha detto Caio, e discussioni interne alla famiglia permettendo.