Carmen Consoli: un figlio, la mia famiglia arcobaleno
Carmen Consoli a Mama non Mama, la serie podcast del Corriere con Audible
«L’esperimento sembra essere riuscito — dice Carmen Consoli alla vicedirettrice del Corriere Barbara Stefanelli —. Probabilmente qualcuno al governo italiano ci sta pensando di portare questa pratica anche qui no? Io sono il test. E insieme a me, credo, Gianna (Nannini)... Tante altre persone in Italia hanno fatto questo e sono tanti, sono veramente tanti che popolano questo Paese e che hanno fatto ricorso a questo tipo di fecondazione, no?».
La terza puntata del podcast Mama non Mama (del
Corriere della Sera con Audible) rilancia questa e altre domande. In un Paese in cui l’accesso alla fecondazione è limitato dalla legge 40 del 2004, con piccoli aggiustamenti successivi indicati dalla Corte Costituzionale, pensata esplicitamente per un modello di famiglia «tradizionale». «La nostra norma — spiega con chiarezza l’avvocato Carlo Rimini — ha come punto di partenza, punto cardine, base, che le tecniche di inseminazione artificiale sono ammesse solo per le coppie e per le coppie di sesso diverso».
Chi non rientra in questo canone è costretto ad andare all’estero. A patto che abbia i mezzi economici per permetterselo. Schiere di donne e uomini che prima con leggerezza e poi con grande fatica, volano verso Barcellona, Alicante, Bruxelles, Amsterdam. Destinazione: strutture ospedaliere sconosciute, straniere, dove compilare formulari in inglese, in francese — ma come si dice follicolo in spagnolo? O rassegnate a infilarsi in una clinica della brughiera, dove hanno segnalato un medico che parla italiano, consapevoli di gonfiare un business di «volo, albergo, fecondazione, prima colazione tutto compreso» — più e più volte, perché sembra dover andare tutto bene al primo colpo e invece quasi mai è così… «Solo perché qui in Italia non riusciamo ad ammettere che la famiglia ”tradizionale” non esiste — osserva Stefanelli —. Nessuna famiglia, per definizione, è tradizionale per sempre. Semplicemente è una famiglia di oggi, del 2021, quello che conta e fa la differenza è la bontà delle relazioni: un padre e una madre, due padri o due madri, una madre come un padre che accolgono i bambini in affido, in adozione, fuori dal matrimonio, dentro i primi e i secondi matrimoni. C’è un mondo vasto, che dentro una legge come quella del 2004 non si ritrova»
Come accade spesso in Italia la società corre, la politica non le sta dietro.
La «cantantessa» catanese Carmen Consoli, dallo studio di registrazione in cui sta ultimando il nuovo album, racconta allora — e per la prima volta — a Mama non Mama quella che definisce la sua «famiglia arcobaleno»: la scelta di avere un figlio da sola, dopo la dolorosa scomparsa del padre; due anni di viaggi a Londra per riuscirci, tra pratiche mediche e quesiti psicologici; la selezione di un donatore (non anonimo), laureato in Medicina ma anche diplomato in pianoforte, e infine la nascita di Carlo Giuseppe.
Il bimbo ha ora otto anni, piccolo principe di una comunità di donne, nonne, zii acquisiti, suona la batteria, infila ogni tanto una parola nelle canzoni della mamma (un suo cameo nell’album in uscita) e per tornare al test di partenza: «Sembra crescere sereno».
Agli ascoltatori del nostro podcast Carmen Consoli regala un momento di grande emozione: il suo canto a cappella di una canzone delle Malmaritate. È una storia struggente e antica, l’eterna vicenda di donne sacrificate ad anziani mariti, vendute, abbandonate, segregate, soffocate da una società maschilista e spaventata. Dal Nord al Sud, dal Medioevo a oggi, dalle novelle di Boccaccio alla canzone popolare, restano tracce di questo lamento che è anche protesta, desiderio di libertà. Ancora una volta l’aspirazione femminile a decidere del proprio corpo. E a trovare lo spazio per poter scegliere, con fiducia, se e come diventare madri.
Il racconto
La scelta di avere un bimbo da sola, i viaggi all’estero, la selezione di un donatore