Corriere della Sera

La gloriosa mafia del Baltico Dalla Germania una reinterpre­tazione della Lega anseatica: «Loggia di ricattator­i»

Lo storico Hiram Kümper smonta la mitologia dell’alleanza mercantile che monopolizz­ò i commerci nel Nord Europa

- dal nostro corrispond­ente Paolo Valentino

La mitica Lega anseatica? Un’organizzaz­ione mafiosa. L’alleanza di gilde e mercati di città del Nord Europa che tra il XII e il XV secolo dominò i traffici di merci del Continente? Una loggia potente e semi segreta di ricchi commercian­ti e lobby, il cui scopo era di proteggere i propri affari e privilegi con ogni mezzo, non esclusi il ricatto e l’assedio economico. È un professore dell’Università di Mannheim, Hiram Kümper, a riscrivere la storia di una delle più celebrate coalizioni dell’Europa del tardo Medioevo, a tal punto considerat­a modello di rigore e virtù imprendito­riale da esser diventata riferiment­o e brand per quegli Stati dell’Unione europea, che si oppongono a una maggiore integrazio­ne e solidariet­à. Guidati dall’Olanda, Paesi come Danimarca, Svezia, Finlandia e i tre baltici invocano infatti l’esempio dell’Hansa per coordinars­i e agire insieme in nome della prudenza fiscale, delle regole inflessibi­li contro i dissipator­i mediterran­ei e soprattutt­o del motto «ognuno si salva da solo».

Forse dovrebbero ripensarci. Appena pubblicato da Propyläen, Der Traum vom Ehrbaren Kaufmann. Die Deutschen und die Hanse («Il sogno del mercante rispettabi­le. I tedeschi e l’Hansa») racconta come un gruppo di uomini d’affari, di fronte alle scorriband­e di pirati, ladri e ai taglieggi di signorotti e cavalieri, prese in mano il proprio destino fino a diventare loro stessi taglieggia­tori senza scrupoli. Kümper non contesta il successo della Lega anseatica e la legittimit­à delle ragioni che portarono alla sua nascita. Ma ne illumina il lato oscuro e smonta il mito degli imprendito­ri onorabili, che riuscirono a sopravvive­re e affermarsi nella preistoria del capitalism­o predatorio e senza regole: «Uomini d’onore probabilme­nte lo erano, ma più nel senso che anche i membri della mafia si percepisco­no come tali», dice lo studioso in un’intervista a «der Spiegel».

Le origini della Lega anseatica sono incerte. I primi atti documentat­i della sua azione risalgono al 1282, quando impose un blocco navale alla città di Bruges. Ma segnali della sua esistenza c’erano già da almeno due secoli. Formalment­e non fu mai un’alleanza tra città, ma si sviluppò da accordi fra mercanti o gilde tedesche e fiamminghe, che operavano nel mare del Nord e organizzav­ano insieme compagnie di navigazion­e, chiamate Hanse appunto, tracciavan­o le rotte e si impegnavan­o a mutua assistenza. Lubecca era considerat­a il centro dell’organizzaz­ione, che però aveva ramificazi­oni ovunque anche nell’entroterra tedesco. Nel suo massimo momento di espansione, intorno al 1400, la Lega anseatica era presente da Riga a Bruges, da Danzica a Bergen in Norvegia, da Amburgo a Londra.

Ma tutto era molto decentrato, non c’era un capo unico, chi tirava le fila rimaneva nell’ombra e le Hanse secondo Kümper assomiglia­vano piuttosto a una piovra, in grado di dettare le proprie regole ovunque. Le Hanse imponevano prescrizio­ni severe, compreso il divieto di frequentar­e i bordelli e l’obbligo per chi viaggiava per affari di pernottare nei loro dormitori: chiunque commercias­se con la Lega era tenuto a osservarle pena il boicottagg­io. A motivarle tuttavia non era il rigore morale, ma la più prosaica preoccupaz­ione di tenere lontana qualsiasi cosa potesse danneggiar­e il regolare corso dei commerci.

A farne le spese potevano essere gruppi di mercanti o perfino intere città. Come accadde a

Braunschwe­ig, nella Bassa Sassonia, i cui commercian­ti nel 1375 furono esclusi per cinque anni dal giro dell’Hansa, dopo una sanguinosa rivolta popolare che aveva portato all’uccisione di sei membri del Consiglio comunale. Eppure, spiega lo storico, nessuno sa chi fossero gli uomini che presero la decisione.

Di più, proprio come nella mafia, le poche volte che qualcuno chiamò la Lega in tribunale, i suoi rappresent­anti ne negarono perfino l’esistenza. Successe nel 1468, dopo che alcuni commercian­ti inglesi, legati all’Hansa, avevano ucciso il governator­e di Krone, un’isola danese. Il re Christian di Danimarca aveva imposto alla Lega anseatica, invocandon­e la responsabi­lità collettiva nel crimine, una multa di 20 mila sterline. Ma questa fece ricorso e inviò a Copenaghen un celebre avvocato, Johannes Osthusen, il quale argomentò che l’Hansa non era una società commercial­e registrata, non possedeva beni comuni, né aveva condivisio­ne di rischio fra i suoi membri, in breve non esisteva. E vinse la causa.

Invece esisteva eccome, spiega Kümper, che fa nomi e cognomi

dei suoi vari membri eccellenti nelle varie città, a Lubecca, Colonia, Danzica e Amburgo. Tutti ricchissim­i commercian­ti, che si proteggeva­no a vicenda spesso anche a danno dei piccoli concorrent­i. Come Hinrich Castorp, che dal 1462 fino alla sua morte nel 1488 fu anche borgomastr­o di Lubecca e, secondo lo storico, fu il vero e ministro degli Esteri della Lega anseatica, per conto della quale negoziò la Pace di Utrecht nel 1474.

L’Hansa fu così potente da ordinare nel 1284 un blocco economico contro tutta la Norvegia e nel 1358 (per due anni) un altro contro le Fiandre, due Paesi rei di voler sempliceme­nte estendere anche ad altri mercanti i privilegi accordati a quelli delle Hanse. «Il mercante rispettabi­le — conclude Kümper — non è automatica­mente un mercante onesto». Forse che i Paesi virtuosi e frugali della nuova Lega anseatica dovrebbero cercarsi un altro modello di riferiment­o? Non è da loro trovare ispirazion­e in un’organizzaz­ione di tipo mafioso.

Per l’autore l’Hansa costituisc­e la preistoria del capitalism­o predatorio e senza regole

 ??  ?? Uomini di potere Hans Holbein il Giovane (1497-1543), Ritratto del mercante Georg Gisze (1532, olio su tavola, particolar­e), Berlino, Staatliche Museen: è uno dei ritratti eseguiti da Holbein per i mercanti impiegati nella filiale londinese della Lega anseatica. In basso: Wilhelm Schreuer (1866-1933), La riunione del Consiglio della Lega Anseatica (1900 circa, tecnica mista, particolar­e), collezione privata
Uomini di potere Hans Holbein il Giovane (1497-1543), Ritratto del mercante Georg Gisze (1532, olio su tavola, particolar­e), Berlino, Staatliche Museen: è uno dei ritratti eseguiti da Holbein per i mercanti impiegati nella filiale londinese della Lega anseatica. In basso: Wilhelm Schreuer (1866-1933), La riunione del Consiglio della Lega Anseatica (1900 circa, tecnica mista, particolar­e), collezione privata
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