Crescita europea, allarme della Bce 500 miliardi in più sui titoli di Stato
Il piano di acquisti sale a 1.850 miliardi, esteso fino al 2022. «Crisi Covid più dura delle stime»
Davanti a «un impatto sull’economia della zona euro maggiore di quanto stimato», la Bce scende di nuovo in campo. Il Programma di acquisto per l’emergenza pandemica (Pandemic emergency purchase program o Pepp) viene aumentato di 500 miliardi, a un totale di 1.850 miliardi, ed esteso almeno fino a fine marzo 2022. In ogni caso, ribadisce la presidente Christine Lagarde, «finché il Consiglio direttivo non riterrà conclusa la fase critica legata al coronavirus».
Lagarde ha sottolineato inoltre che la Bce si riserva la facoltà di «ricalibrare tutti gli strumenti a disposizione nella cassetta degli attrezzi» se necessario, inclusi i principali tassi di interesse, che per ora restano invariati: a zero il tasso di interesse di riferimento e a -0,5% il tasso di deposito delle banche presso la Bce.
Se tutti si aspettavano una seconda ondata, la sua durata e le misure di contenimento associate sono ben peggiori del previsto, ammette Lagarde. L’economia non riparte: la Bce stima un contrazione nel quarto trimestre, dopo la robusta ripresa nel terzo. Si cominciano a cogliere «segnali di una stretta del credito delle banche». E l’inflazione resta «deludentemente bassa». È stata negativa negli ultimi tre mesi, e a novembre era -0,3% nella zona euro, a causa del costo molto basso dell’energia e del taglio dell’Iva in Germania. Ma anche per la domanda debole, per i salari bassi e per l’apprezzamento del tasso di cambio. Pur non essendo un target della politica monetaria della Bce, anche il cambio «esercita un ruolo importante sui prezzi, perciò lo monitoriamo e continueremo a farlo», precisa la banchiera. Per mantenere «condizioni di finanziamento favorevole all’economia reale», la Bce rafforza anche altre misure in vigore e ne allunga i tempi. Le aste di prestiti a condizioni super agevolate (Tltro) sono ricalibrate ed estese di 12 mesi, fino al giugno del 2022, per spingere le banche a erogare prestiti a famiglie e imprese. Lancerà inoltre tre nuove aste a 3 anni a giugno, a settembre e a dicembre 2021, con tassi negativi fino a -1%. E continuerà a reinvestire i proventi dei titoli in scadenza fino a fine 2023.