Corriere della Sera

L’impossibil­e vita di Mila, che osò attaccare l’Islam Il padre: quanti vigliacchi

Rifiutata dalle scuole, vive nascosta. «Un film dell’orrore»

- di Stefano Montefiori DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE

«A differenza di lei, colonnello, e di tanti altri, Mila non si sottomette­rà mai», scrive in una «lettera ai vigliacchi» il padre della sedicenne che dal 18 gennaio 2020 vive nascosta, minacciata dagli islamisti, dopo avere risposto ad attacchi omofobi con un video su Instagram nel quale insultava l’Islam e Allah.

A febbraio Mila ha dovuto lasciare il suo liceo, il Léonard-de-Vinci di Villefonta­ine (vicino a Lione), ed è stata ospitata nel pensionato di un liceo militare. A settembre i suoi genitori hanno cercato di iscriverla di nuovo in una scuola normale, ma nonostante l’insistenza del governo tutte si sono rifiutate di accoglierl­a, per paura di attentati. Così Mila ha ricomincia­to il nuovo anno scolastico nel liceo militare a condizione di mantenere il segreto più totale. Qualche giorno fa, in una videochat con qualche amico, si è lasciata sfuggire il nome dell’istituto. Si è accorta dell’errore, ha cambiato discorso, ma ormai era troppo tardi.

È stata cacciata anche da lì, finirà l’anno scolastico a casa, con la didattica a distanza. Il liceo militare e quindi l’esercito

Mila ha detto ad amici il nome della sua scuola. Ma l’istituto teme attentati, e l’ha cacciata

francese si piegano alle minacce degli islamisti.

«Vi siete sbarazzati di Mila al primo pretesto», scrive il padre nella lettera al colonnello-preside, e pubblicata ieri da Le Point. «Ma se neanche l’esercito può permetterl­e di proseguire gli studi, che cosa possiamo fare noi genitori? Per noi è un film dell’orrore».

La vicenda di Mila è un incubo anche per il governo. Proprio due giorni fa, quasi due mesi dopo la decapitazi­one del professore Samuel Paty all’uscita da scuola, il premier Jean Castex ha presentato il progetto di legge per la «difesa dei valori della Repubblica» dagli attacchi dei musulmani radicali. Una serie di norme che puntano a combattere gli attacchi nei social media proteggend­o la laicità e quindi il diritto di blasfemia.

Ma in concreto oggi Mila riceve migliaia di minacce di morte, di torture e di stupro — già 30 mila a inizio luglio 2020, secondo l’avvocato Richard Malka — non le viene garantito il diritto all’educazione, e lo Stato francese non può (o non vuole, secondo suo padre) proteggerl­a. Non pochi pensano che se la sia cercata. Come Ségolène Royal, possibile candidata all’Eliseo nel 2022, che qualche settimana fa lamentava che «un’adolescent­e irrispetto­sa venga portata a simbolo della libertà di espression­e». Come con Charlie Hebdo, il problema non sono gli islamisti che minacciano di morte e alla fine uccidono, ma le vittime che avevano avuto l’impertinen­za di provocarli.

Sicurament­e indiscipli­nata, magari in difficoltà nell’affermare e difendere la propria omosessual­ità, con la veemenza e la spontaneit­à dei suoi 16 anni Mila a gennaio è sbottata su Instagram contro alcuni islamisti che volevano «riportarla sulla retta via» con avances ripetute e non gradite, e ha finito per prendersel­a con il Corano e Allah. Il liceo militare aveva acconsenti­to a malincuore a riceverla, a condizione che non usasse mai più il telefonino. «Che è come obbligare qualcuno aggredito per strada a non uscire mai più di casa», scrive il padre.

Il caso di Mila parla della violenza degli islamisti, e della propension­e ad abbassare la testa dei tanti — almeno l’esercito — che dovrebbero opporsi alla loro arroganza.

 ??  ?? In tv Dopo la pubblicazi­one del video, Mila è stata spesso ospite in tv a difendere le sue ragioni
In tv Dopo la pubblicazi­one del video, Mila è stata spesso ospite in tv a difendere le sue ragioni

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy