Salgono i controlli sulla movida Ma le multe sono soltanto 471
Sabato verifiche su 67 mila persone in tutta Italia Novanta sanzionati alla manifestazione negazionista
Nei confronti di una mamma che passeggiava con marito e figlio nel centro di Lecce, i vigili sono stati inflessibili. Multata per lo struscio senza mascherina. Non solo la movida notturna, in questi giorni le forze dell’ordine hanno rafforzato i controlli, nelle grandi città e nei piccoli centri. Le sanzioni fioccano, ma in questa fase prevale più l’invito e la dissuasione, a volte basta vedere le pattuglie in divisa perché i più riottosi si ravvedano. Sabato, come comunicato dal Viminale, sono state 67.028 le persone controllate in tutta Italia, 471 le sanzioni e 6 denunciati per essere usciti nonostante la quarantena. Per quanto riguarda le attività commerciali, 7.648 quelle controllate, 28 titolari multati e 8 locali chiusi. Siamo lontani dall’inflessibilità dei mesi del lockdown, «24 milioni di controlli e 470 mila sanzioni da marzo a giugno» (quindi quasi 200 mila verifiche al giorno), come ha ricordato ieri la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese. La quale ha anche aggiunto: «Ho visto nei bar all’aperto tavolini molto ravvicinati, anche questo sarà oggetto di controllo».
Nonostante le cifre non proprio modeste da pagare (da 400 a 1.000 euro), alcuni si mostrano restii a proteggersi con la mascherina o a rispettare le distanze. A Bologna, sono stati i residenti della zona universitaria a segnalare al Comune che la sera si radunano troppi ragazzi davanti ai locali ed è come se il Covid non ci fosse più. A Roma (a parte i 90 «no mask» identificati sabato durante la manifestazione e che adesso saranno multati), la polizia municipale sta scegliendo la linea soft: sanzioni solo a chi, malgrado gli inviti, si rifiuta di adottare ogni cautela. Nonostante questo, 30 le irregolarità riscontrate, 14 locali diffidati e in alcuni casi chiusi, 4 persone denunciate per resistenza a pubblico ufficiale. A Milano, dove alcuni bar sono stati chiusi, le forze dell’ordine si sono divise i quartieri: la polizia presidia corso Como (11 multe solo nella giornata di sabato), i vigili urbani la Darsena, i carabinieri l’area di corso Sempione. Centro storico diviso in tre zone anche a Brescia, qualche decina di sanzioni, ma anche qui l’impressione è che, tranne poche eccezioni, giovani e non rispettano le misure chieste da governo e virologi. Tanto che, per esempio, la questura di Lecce si è sentita in dovere di precisare in una nota che «durante i controlli è stata constatata una particolare sensibilità al fenomeno da parte delle diverse attività commerciali e delle persone controllate, dimostratesi tutte molto collaborative».
Ma non è sempre così. Nelle vicina Bari, sabato la polizia locale ha trovato e multato 19 ragazzi senza mascherina nel quartiere Poggiofranco. In un locale del quartiere Madonnella, 4 dipendenti puniti perché non avevano la protezione e pure il titolare perché non aveva assicurato la distanza tra clienti. E il sindaco
Antonio Decaro ha denunciato l’uso orario della mascherina, «viene utilizzata più di giorno che di sera».
A Genova, nella notte tra sabato e domenica, 12 persone multate perché trovate «a volto scoperto» davanti a un bar di corso Italia. Chiuso per 5 giorni un altro pub del centro. A Carpi due ragazzi appena hanno visto la pattuglia dei carabinieri hanno cercato di fuggire salendo in macchina: multa per la mancanza di mascherina rincarata dal fatto che erano nello stesso veicolo senza essere congiunti. A Firenze è toccato a due turiste, a Bassano del Grappa a due studenti sedicenni, recidivi dopo essere stati già redarguiti. A Palermo, oltre 90 provvedimenti tra venerdì e sabato, a Caltanissetta 15 ragazzi sanzionati. E a Napoli i carabinieri hanno raccolto non solo le multe ma anche tutte le scuse per evitarle. Le più gettonate: «Pensavo di avere la mascherina in tasca»; oppure: «Non riesco a respirare». Sono servite a poco.