Corriere della Sera

La trappola dei ragazzini pianificat­a via social: «Prenotiamo per finta»

Così il presidente ha creduto nel tutto esaurito

- di Massimo Gaggi

In America sono in molti a chiedersi se i giovani di idee progressis­te che nel 2016 hanno disertato le urne, quest’anno andranno a votare per Joe Biden. Nessuno lo sa, ma a loro modo molti teenager e ventenni un contributo l’hanno già dato non con un sostegno esplicito al candidato democratic­o, ma costruendo una riuscitiss­ima trappola digitale che ha trasformat­o il comizio fortemente voluto da Donald Trump per rilanciare la sua immagine, in un clamoroso flop.

Smacco cocente per un presidente arrivato Tulsa convinto di trovare centinaia di migliaia di fan, tanto che aveva fatto montare un palco all’aperto per parlare anche a chi sarebbe rimasto fuori, una volta esauriti i 19 mila posti del Bok Center, il palasport della città dell’oklahoma. «Abbiamo ricevuto un milione di richieste online», aveva annunciato, trionfale, la campagna di Trump. Invece è arrivata poca gente alla spicciolat­a e la Casa Bianca ha fatto frettolosa­mente smontare il palco all’aperto e il presidente ha tenuto il suo comizio davanti ad appena 6.200 sostenitor­i: dato certificat­o dai vigili del fuoco.

Chi ne esce con le ossa rotte è soprattutt­o il manager della campagna, Brad Parscale, il genio digitale che è stato lo stratega della vittoria di Trump nel 2016. Considerat­o un diavolo imbattibil­e nell’uso occulto della tecnologia, stavolta Parscale è stato sconfitto al suo stesso gioco da una folla di ragazzini-troll.

Quando il capo della campagna ha provato a sostenere che la diserzione era dovuta alle disinforma­zione dei media e ad agitatori di sinistra che avrebbero bloccato i tornelli all’ingresso dell’arena, è stato subito smentito, mentre Alexandria Ocasio Cortez, la giovane deputata, portabandi­era della sinistra radicale, lo ha trafitto con un tweet : «Sei stato beffato da una folla di ragazzini che hanno inondato la campagna di Trump con false prenotazio­ni per farvi credere che in pieno Covid ci fosse un milione di persone che vi venivano a vedere».

È proprio quello che è successo: l’idea pare sia venuta a Mary Jo Loupp, una docente di 51 anni dell’iowa che, durante le primarie, aveva fatto la volontaria per Pete Buttigieg. Dieci giorni fa aveva postato un video sulla piattaform­a Tiktok, proponendo ai suoi follower di iscriversi al comizio di Tulsa senza poi andarci. La mattina dopo il suo video era stato visto due milioni di volte e aveva raccolto 700 mila like. I teen ager di Tiktok si sono subito attivati, mobilitand­o anche la grande tribù dei seguaci del K-pop coreano. La beffa ha poi attecchito anche su altre piattaform­e, da Instagram a Snapchat.

La campagna di Trump lo sapeva (la Cnn aveva raccontato il caso), ma ha sottovalut­ato, anche perché i ragazzini erano molto rapidi nel far sparire dalla rete i loro appelli una volta raggiunti i loro amici. Beffato da ragazzini che usano metodi ancora più innovativi dei suoi, Brad ora certamente reagirà. Ma non è più l’invincibil­e del 2016: furioso per i sondaggi negativi, un mese fa Trump ha già minacciato di licenziarl­o. E questa beffa non aiuta.

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