Corriere della Sera

Dall’ex repubblica russa alla Francia: sono 30mila

In fuga dalle guerre Quel clan tra «autodifesa» e spedizioni punitive

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE

PARIGI Il padre del ragazzo ceceno descrive l’aggression­e all’origine degli scontri: «Una decina di persone armate hanno attaccato mio figlio, lo hanno colpito in testa con il calcio della pistola. Hanno continuato a picchiarlo a terra, e quando ormai era stremato gli hanno messo la pistola in bocca: “Qui comandiamo noi, siamo i più forti” e hanno minacciato di ammazzarlo».

L’uomo parla di una comunità cecena che si troverebbe coinvolta nelle violenze suo malgrado. «Siamo venuti da un Paese dove c’era la guerra — dice alla radio Rtl —, non vogliamo che i nostri figli vivano la stessa situazione qui... Siamo venuti in Francia per la sicurezza, per l’avvenire dei nostri bambini». La realtà è meno in bianco e nero. A Digione, e altrove, il traffico della droga in mano ai maghrebini è contestato da bande di albanesi e slavi tra i quali ci sono anche ceceni. E la quarantena ha rimesso in discussion­e vecchie spartizion­i del territorio.

Si stima che i ceceni in Europa siano circa 150 mila, dei quali 30 mila in Francia. Sono arrivati dopo le due guerre in Cecenia, la prima del 1994 e la seconda del 1999, e alcuni hanno ormai la cittadinan­za francese.

È una diaspora dai legami interni molto forti, che da tempo è entrata in conflitto con i francesi di origine maghrebina. Prima di Digione, un caso dalle dimensioni senza precedenti, ci sono stati scontri e spedizioni punitive a

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