«Un’alleanza tra ospedali e medici di famiglia per cambiare la Sanità»
Marco Trivelli, da ieri nuovo dg: i privati? Conta che lavorino per curare i pazienti e non per fare soldi
dal 24 febbraio al 2 aprile senza mai tornare a Inverigo (Como) dove vive la sua famiglia. Cosa prova nel lasciare Brescia?
«Sto lasciando un posto di 6.700 persone al quale mi sono profondamente affezionato: 4.500 hanno curato il Covid-19 cambiando mestiere nel giro di poche settimane. E l’hanno fatto con grande dedizione e creatività. E anche ieri sera sono stato ancora qui. Ora andrò a occupare un posto importante e scomodo, ma non la ritengo una promozione personale. Non sarò più sul fronte diretto con chi cura e chi è malato, ma spero di restare parte viva del grande organismo sanitario che Palazzo Lombardia dirige».
Per farlo, forse, bisognerà cambiare un po’ di cose. Da dove pensa di partire?
«Dalla parola insieme. Vorrei che medici ospedalieri e medici di famiglia stipulassero una nuova alleanza. Per capire come stanno i pazienti Covid-19 dimessi dall’ospedale e orientare al meglio tutti i malati di altre patologie che hanno perso in questi 100 giorni visite e controlli che andranno recuperati. E non sarà facile, perché le prestazioni difficilmente potranno essere recuperate al 100% entro dicembre».
E la Sanità privata convenzionata?
«Per me chiunque curi veramente è un alleato. L’importante è che lo faccia nell’interesse del paziente e non per fare marchette. Ci vogliono dunque verifiche puntuali».
L’errore che si ripromette di non fare?
«Io, mi esprimo a livello tecnico non politico, vorrei indicare la meta. Sul come raggiungere l’obiettivo invece non vorrei calare nulla dall’alto ma affidarmi alle competenze delle differenti realtà territoriali. Ai medici di famiglia chiederò soprattutto di tornare a fare i medici, al di là degli adempimenti burocratici. Continuare a guardare al passato la ritengo una forma di povertà, è arrivato il momento di andare oltre. Ci vuole la forza di guardare al futuro. La Lombardia ha affrontato l’emergenza sanitaria, ora deve occuparsi dell’epidemia in ogni sua forma».
d Non sono un dipendente pubblico, ho un contratto a tempo determinato. Andrò a occupare un posto importante e scomodo, ma non la ritengo una promozione personale