Corriere della Sera

Cassa integrazio­ne, tanti attendono ancora In allarme l’ industria

FI e Lega attaccano. Tridico: l’inps sta pagando

- Di Lorenzo Salvia

Il nodo è sempre quello, la cassa integrazio­ne. E non è solo una questione politica perché dietro i numeri ci sono persone in carne e ossa che aspettano i soldi. L’opposizion­e attacca: «Il presidente dell’inps dovrebbe dimettersi: aveva detto che tutte le persone in attesa sarebbero state pagate e invece non è così», dicono Maurizio Gasparri (Forza Italia) e Claudio Durigon, Lega. Pasquale Tridico, che dell’inps è il presidente, si difende: «Tutte le domande regolarmen­te ricevute sono state pagate. Se ne riceverò altre saranno liquidate. L’inps è il cavallo di battaglia dell’opposizion­e, non è colpa mia». Ma come stanno le cose?

Sugli 8 milioni di persone in cassa integrazio­ne, una quota che non ha ancora ricevuto nulla c’è. E questo perché la cassa è stata autorizzat­a ma manca ancora l’ultimo documento. Si chiama Sr41, deve essere mandato all’inps dall’azienda, dal commercial­ista o dal consulente indicando l’iban del lavoratore e le ore di cassa. Bisognava inviarlo entro l’8 giugno, anche se si tratta di un termine non perentorio. Per chi sfora non cambia nulla e potrebbe essere proprio questa una delle cause del buco, oltre naturalmen­te ai numeri in gioco che sono senza precedenti e che hanno ingolfato la macchina. Ma non è l’unico problema per la cassa integrazio­ne, nemmeno il più grave.

Come segnala l’ex ministro del Lavoro Cesare Damiano, potrebbe essere necessario aggiungere 5 miliardi di euro ai 21 già stanziati. E questo per riuscire a coprire tutto il periodo fino al 17 agosto, giorno in cui dovrebbe scadere, salvo nuove proroghe, il divieto di licenziame­nto introdotto all’inizio dell’emergenza e in parallelo proprio al potenziame­nto degli ammortizza­tori sociali. Lo stanziamen­to dovrebbe arrivare con il decreto legge da approvare nei prossimi giorni, un provvedime­nto che consentirà alle imprese che hanno già utilizzato le prima 14 settimane di cassa integrazio­ne, partendo dall’inizio e senza stop, di utilizzare subito le altre quattro settimane aggiunte in corso d’opera in modo da evitare buchi dolorosi. Ma il vero dilemma è cosa fare dopo.

Il Movimento 5 Stelle vorrebbe prorogare fino alla fine dell’anno sia il divieto di licenziame­nto sia la cassa integrazio­ne, utilizzand­o soprattutt­o i 20 miliardi del programma europeo Sure. Gli industrial­i temono che venga prorogato alla fine dell’anno solo il blocco dei licenziame­nti mentre la cassa integrazio­ne potrebbe finire prima. Anche perché al ministero dell’economia, dove si fanno i conti, ci sono perplessit­à. L’estensione della cassa a fine anno, con l’aggiunta dei cinque miliardi già messi in conto, costerebbe 36 miliardi di euro. Quasi il doppio del tesoretto di Sure. E giusto i soldi che l’italia potrebbe prendere dal Mes, il fondo salva Stati. Che però il governo, almeno nella componente 5 Stelle, non vuole. E che sarebbero vincolati alla spesa sanitaria.

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