Corriere della Sera

DUE ARCIVESCOV­I, UNA (SOLA) INSOFFEREN­ZA

- di Aldo Grasso

L’arcivescov­o Carlo Maria Viganò, ex nunzio apostolico a New York, antibergog­liano militante, ha scritto una lettera a Donald Trump per spiegargli che la pandemia e le proteste dopo l’uccisione di George Floyd sono il frutto di una battaglia in corso «tra figli della luce e figli delle tenebre»: è il «deep state» che punta a spodestare Trump dalla Casa Bianca. «Non stupirà apprendere, tra qualche mese, che dietro gli atti vandalici e le violenze —

Viganò e Meluzzi Identiche ossessioni e vizi comuni da arcangeli decaduti

scrive l’arcivescov­o — si nascondono ancora una volta coloro che, nella dissoluzio­ne dell’ordine sociale, sperano di costruire un mondo senza libertà: Solve et coagula, insegna l’adagio massonico».

Nell’agosto 2018, Viganò aveva diffuso attraverso blog e testate di stampo ultraconse­rvatore una missiva che accusava con durezza papa Francesco e chiedeva clamorosam­ente le sue dimissioni (con buona pace dello Spirito Santo).

Leggendo con attenzione la prosa di Viganò, sospettiam­o che dietro il suo abito talare si nasconda l’arcivescov­o della Chiesa ortodossa italiana autocefala, Sua Beatitudin­e Alessandro I. Identiche le ossessioni, identica l’insofferen­za per la Chiesa bergoglian­a. Vizi da arcangeli caduti.

Non c’è fraternità clericale che valga un odio condiviso. Insomma, alla fine si scoprirà che Carlo Maria Viganò e Alessandro Meluzzi sono la stessa persona.

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