Corriere della Sera

Inter, missione rimonta Conte riparte da Eriksen contro un nuovo Napoli

- 1 0 2 1 Napoli, ore 21 4 2 3 1 Corriere della Sera Guido De Carolis

Quarti

La parte più difficile della fine è quasi sempre ricomincia­re. Dopo 96 giorni l’inter torna in campo a Napoli, a sua volta senza partite da 104 giorni. Un’eternità. Stravolto da coronaviru­s e lockdown, il calcio non è più festa, piuttosto dovere, l’obbligo di chiudere una stagione maledetta. Così si gioca e si riparte dalla vittoria della squadra di Gattuso a San Siro, l’1-0 firmato da un gran gol di Fabian Ruiz, pesante e per l’inter difficile da spostare come un elefante, in questa semifinale di ritorno della Coppa Italia. In un San Paolo sanificato, bonificato e senza pubblico, c’è da capire dov’eravamo rimasti. Tre mesi di clausura sono lunghi, stravolgon­o gerarchie, permettono recuperi, lasciano incognite, cambiano abitudini: una su tutte, i nerazzurri voleranno in giornata a Napoli, per ridurre i rischi.

La missione rimonta dell’inter non è impossibil­e, difficile sì. La trasferta di Napoli fu il picco più alto per la formazione di Conte. Il giorno della Befana i nerazzurri vinsero 3-1, giocando la miglior partita della stagione, impression­ando per qualità e forma. Prima della chiusura, l’inter però era una squadra in affanno, battuta tre volte da Lazio, Napoli e Juventus, con il solo intervallo felice del Ludogorets. La Coppa Italia è un’arma a doppio taglio, può riaccender­e

l’entusiasmo o segnare un’altra eliminazio­ne dopo la Champions League e la delusione di non essere più nel cuore della lotta scudetto. Conte al primo anno ha sempre vinto qualcosa, sulla Coppa Italia da tecnico non ha mai messo le mani, quando è arrivato a giocarsi la finale l’ha persa proprio con il Napoli. L’allenatore però è specializz­ato nelle partenze veloci, in campionato schizzò con un en plein di sei successi.

Al San Paolo potrà schierare la formazione migliore, con Eriksen dietro Lukaku e Lautaro. Il danese, utilizzato appena 120’, ha avuto in regalo quel che più gli mancava, il tempo per adattarsi e per ritrovare la condizione fisica. Conte cambia un modello collaudato, l’inseriment­o del trequartis­ta è un’importante variante sul modulo: da vedere

Quarti come la digerirà la squadra. La cifra tecnica con Eriksen aumenta, da valutare se l’intensità su cui il tecnico ha insistito tanto ne risentirà.

L’inter respira fiducia, il clima è lo stesso della partenza in campionato. In un calendario imbottito di impegni non ci sarà tempo per pensare, è un bene soprattutt­o per Lautaro. L’argentino, prima di fare le valigie per Barcellona dove finirà a meno di clamorosi dietrofron­t, deve provare a ritrovarsi. L’ultimo gol è datato 26 gennaio, il suo calo è coinciso con lo sgonfiarsi dell’inter. La stella polare rimane Lukaku: il gigante belga, stuzzicato anche dalla sfida con il compagno di Nazionale, Dries Mertens.

Il centravant­i del Napoli è stato vicino all’inter, ha scelto poi di restare alla corte di Gattuso, un uomo e un allenatore simile a Conte. Dopo un avvio incerto, Ringhio, colpito dal lutto della sorella, aveva trovato la via giusta. Il Napoli è forte del vantaggio dell’andata e libero di testa. Non c’è Manolas, ma gran voglia di rivincita. Politano è un ex velenoso, Insigne è entrato solo marginalme­nte nei radar di Conte quando era c.t. dell’italia. Gli strappi tra De Laurentiis e squadra sono quasi ricuciti. Tutti pronti per l’esame, ma ne passa soltanto uno.

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