«Garanzie per nostro figlio o non verrò alla Casa Bianca» E Melania costrinse Donald
La rivelazione in un libro: lei rinegoziò l’accordo matrimoniale
Garanzie per il figlio Barron. Da mettere nero su bianco, con un nuovo accordo pre matrimoniale. Anche Melania Knauss, 50 anni, nata a Sevnica, in Slovenia, conosce, come il marito Donald Trump, «l’arte di fare affari».
Tra il 20 gennaio e il 12 giugno del 2017 Melania Trump restò a New York, mentre il marito prendeva possesso della Casa Bianca e cominciava a governare il Paese. In quei mesi fioccavano le indiscrezioni e le congetture. L’ex modella slovena fece sapere che sarebbe rimasta nella Trump Tower fino a quando il figlio Barron, all’epoca undicenne, non avesse terminato l’anno scolastico. Qualcuno ipotizzò
d
Le condizioni
Con Trump alla Casa Bianca, camere sempre separate ma il rapporto resta intenso
un’imminente separazione, se non il divorzio.
Gli ultimi mesi della campagna elettorale erano stati molto pesanti per Melania. Da tutte le parti fioccavano rivelazioni sugli intrallazzi sessuali di «The Donald». Pochi giorni prima delle elezioni del novembre 2016, veniva pubblicata una registrazione che risaliva al 2005. L’allora costruttore venuto dal Queens si vantava di «essere un vip» e quindi «di poter prendere anche le sconosciute per la f..».
In realtà Melania usò quei primi sei mesi del 2017 per rinegoziare i termini del «prenuptial agreement», prima delle nozze, festeggiate il 22 gennaio 2005, a Mar-a-lago. Il «matrimonio del secolo», titolarono diversi tabloid. Centinaia di invitati, tra cui Bill e Hillary Clinton. La sposa aveva 34 anni, lo sposo 58.
Dodici anni dopo gli equilibri sono cambiati, rivela Mary Jordan, giornalista Premio
Pulitzer del Washington Post, autrice del libro «The Art of her deal: the Untold Story of Melania Trump», L’arte dei suoi affari: la storia mai raccontata di Melania Trump, (Simon and Schuster editore, disponibile dal 16 giugno). Il titolo riprende quello del volume più conosciuto dell’allora costruttore newyorkese. «The Art of the Deal» (1987). Un modo per spiegare come anche Melania sia molto attenta ai suoi interessi personali.
Affari di famiglia
Il presidente Donald Trump abbraccia la moglie Melania la notte della vittoria a New York nel 2016. Sullo sfondo, il figlio Barron O meglio, spiega Jordan, a quelli di suo figlio Barron.
Le anticipazioni del libro non rivelano molti dettagli, ma la notizia c’è. Con Trump alla Casa Bianca, Melania mantiene sostanzialmente il suo stile di vita e la sua autonomia. Camere separate, ma un rapporto comunque intenso con il consorte, fatto di incoraggiamenti e consigli anche su temi delicati.
Ma la First Lady temeva di essere tagliata fuori dalla gestione del business di famiglia, passato nelle mani di Donald Jr ed Eric Trump. Senza contare il dinamismo di Ivanka, la pupilla del presidente.
Alla fine, scrive Mary Jordan, si trova il «deal», l’accordo. Barron, se vorrà, si potrà dedicare alla gestione delle attività della «Trump Organization» in Europa, forse anche in Russia. L’unico figlio della First lady e del Presidente ha anche la cittadinanza slovena, quindi, una volta diventato maggiorenne, potrà muoversi agevolmente nel Vecchio Continente. Scrive Jordan: «Melania voleva un documento scritto, in modo che quando sarebbe stato il momento di distribuire l’eredità e le opportunità finanziarie, Barron sarebbe stato trattato esattamente nello stesso modo degli altri tre figli di Trump». In realtà gli eredi di Trump sono quattro, ora cinque con Barron: oltre a Donald jr. Ivanka ed Eric, frutto dell’unione con Ivana Trump, ci sarebbe anche Tiffany, figlia del tycoon e di Marla Maples.
● Il titolo riprende quello del volume più conosciuto dell’allora costruttore newyorkese «The Art of the Deal» (1987).