Da Londra a New York, la politica sotto indagine A Parigi ottanta denunce accusano il governo
«siamo in guerra contro un nemico invisibile». Solo che a quel punto i francesi erano chiamati a combattere senza armi: medici e infermieri mancavano di camici e guanti, le mascherine e i tamponi si rivelavano essere utilissimi solo che non si trovavano, e i letti nelle terapie intensive non bastavano dopo anni di tagli alla Sanità più volte denunciati dai primari.
Sono partite le denunce. La Procura di Parigi ne ha ricevute una quarantina, da parte di cittadini e associazioni, e tre giorni fa ha deciso di non archiviarle, aprendo invece un’inchiesta preliminare per «omicidio involontario», «messa in pericolo della vita altrui», «astensione volontaria
Francia Édouard Philippe, 49 anni, primo ministro francese: è finito nel mirino delle denunce assieme al ministro della Salute Véran
Gran Bretagna Boris Johnson, 55 anni, premier dal 2019: il governo ha ricevuto denunce dalle compagnie aeree contrarie alla quarantena dei passeggeri
Stati Uniti Andrew Cuomo, 62 anni, governatore dello Stato di New York, è stato accusato di aver ostacolato le funzioni religiose dal combattere una sciagura», «non assistenza a persona in pericolo». Queste denunce riguardano il comportamento degli alti funzionari dell’amministrazione, in particolare del direttore generale della Sanità Jérôme Salomon.
Ma altre 80 denunce hanno come bersaglio il governo, sul quale è competente la Corte di giustizia della Repubblica (Emmanuel Macron è invece penalmente irresponsabile). Gli obiettivi più ricorrenti sono il primo ministro Édouard Philippe e il ministro della Sanità Olivier Véran, che pure dopo le incertezze iniziali hanno dimostrato di sapere affrontare la situazione con efficacia. Le scuole in Francia hanno riaperto gradualmente, e se la crisi economica si farà sentire a lungo l’atmosfera complessiva è quella di un Paese che ha superato la crisi e che si sta riprendendo.
Domani sera alle 20 il presidente Macron si rivolgerà di nuovo ai francesi, per difendere l’operato del governo e non lasciare alle opposizioni — che hanno già annunciato una commissione d’inchiesta parlamentare per l’autunno
— il vantaggio politico della crisi del Covid.
Al di là dei casi particolari dei singoli Paesi e delle manchevolezze di ognuno dei protagonisti, l’epidemia ha provocato una reazione globale di sfiducia verso i governanti. Qualsiasi scelta è stata contestata, perché troppo severa o troppo lassista. Sono stati denunciati la premier neozelandese Jacinda Ardern (accusata di «rapimento» da un cittadino che non sopportava il lockdown), il governatore dello Stato di New York Andrew Cuomo (da due preti cattolici e tre ebrei ortodossi che lo accusano di ostacolare le funzioni religiose) e il governo britannico di Boris Johnson (dalle compagnie aeree che si oppongono alla quarantena imposta ai loro passeggeri).
In Nuova Zelanda
La premier querelata per «rapimento» da un cittadino che non sopportava il lockdown