La scrittrice: «Così i trans offrono un paravento ai predatori»
«S ono stata vittima di un assalto sessuale e di un marito violento»: è la rivelazione choc fatta da JK Rowling, la scrittrice inglese che ha creato Harry Potter, per difendere le sue posizioni nella polemica che l’ha vista accusata di essere «transfobica».
L’autrice, qualche giorno fa, aveva postato su Twitter un commento ironico all’espressione «persone che mestruano»: «Ci deve essere una parola per queste persone — aveva scritto —: dinne? dunne? danne?». Un modo per dire che il sesso biologico esiste, che le donne sono donne, contrariamente a quanti sostengono che il genere è una mera questione di auto-identificazione: in Gran Bretagna è infatti in discussione una legge per consentire alle persone di identificarsi come uomini o donne (e di godere di tutti i diritti conseguenti) indipendentemente dal dato fisiologico.
Invece JK Rowling, semplicemente per aver ricordato che le donne esistono in natura, si è vista bollata con l’epiteto ormai abusato di «Terf» (Trans Exclusionary Radical Feminist, ossia femminista radicale che esclude i trans): infatti la polemica su sesso e genere vede su fronti opposti i sostenitori dei diritti dei transessuali e le femministe che rivendicano l’inviolabilità degli spazi femminili.
Contro la scrittrice sono scesi in campo addirittura i «suoi» attori. Daniel Radcliffe, che ha impersonato il «maghetto» in tutti i film di Harry Potter , ha scritto di «volere rendere assolutamente chiara la mia posizione: sono in disaccordo con i commenti di Jo». Ed Emma Watson, l’attrice che dà il volto a Hermione nella serie cinematografica, è stata ancora più esplicita: «Le persone trans
Il caso
● JK Rowling, 54 anni, scrittrice, è stata attaccata per aver detto che non basta dichiararsi donna per esserlo
● Nel 2019 JK aveva difeso una ricercatrice britannica licenziata per aver affermato che «il sesso è un dato oggettivo» sono chi dicono di essere e meritano di vivere le loro vite senza essere costantemente messe in questione e senza sentirsi dire che non sono chi dicono di essere».
Ma è per questo che la Rowling ha tenuto a spiegare l’altro ieri, in un breve saggio pubblicato sul suo sito web, che sono proprio le traumatiche esperienze patite in gioventù che l’hanno convinta della necessità di mantenere spazi per sole donne: la sua opinione è che il problema maggiore con la difesa a oltranza dei diritti dei transessuali è che gli uomini potrebbero aver accesso agli spazi femminili semplicemente dichiarando di sentirsi donne. «Quando apri le porte di bagni e spogliatoi — ha scritto— a ogni uomo che si crede donna, allora apri la porta a tutti gli uomini che vogliono entrare. Questa è la semplice verità». E in Inghilterra si sono già verificati casi paradossali in nome del diritto all’auto-identificazione: come lo stupratore incallito che ha detto di sentirsi donna e ha ottenuto di andare in un carcere femminile – dove, come c’era da aspettarsi, ha stuprato le compagne di cella.
JK Rowling ha rivelato che le sue opinioni sulla necessità di spazi femminili sicuri sono dovute a un «grave assalto sessuale» subito da ventenne: e che le memorie di quella violenza le giravano nella testa quando ha postato il suo tweet sulle «persone che mestruano». «Non riuscivo a tenere fuori quei ricordi — ha spiegato nel saggio — e trovo difficile contenere la mia rabbia e la mia delusione per il fatto che il mio governo stia giocando con la sicurezza delle donne e delle ragazze».
La scrittrice ha anche raccontato della sua difficoltà a sfuggire al suo primo, «violento» matrimonio: «Le ferite lasciate dalla violenza e dall’assalto sessuale non scompaiono, non importa quanto sei amata e quanti soldi guadagni. Il mio essere sempre all’erta è una barzelletta di famiglia, ma prego che le mie figlie non abbiano mai le mie stesse ragioni per odiare i rumori improvvisi o l’accorgermi di persone dietro di me che non ho sentito arrivare».
In conclusione, ha affermato la Rowling, «io rifiuto di piegarmi a un movimento che sta facendo un danno dimostrabile cercando di erodere la donna come classe politica e biologica e che sta offrendo un paravento ai predatori».
I «suoi» attori Daniel Radcliffe e Emma Watson sono scesi in campo contro la scrittrice