Corriere della Sera

La scrittrice: «Così i trans offrono un paravento ai predatori»

- Dal nostro corrispond­ente a Londra Luigi Ippolito

«S ono stata vittima di un assalto sessuale e di un marito violento»: è la rivelazion­e choc fatta da JK Rowling, la scrittrice inglese che ha creato Harry Potter, per difendere le sue posizioni nella polemica che l’ha vista accusata di essere «transfobic­a».

L’autrice, qualche giorno fa, aveva postato su Twitter un commento ironico all’espression­e «persone che mestruano»: «Ci deve essere una parola per queste persone — aveva scritto —: dinne? dunne? danne?». Un modo per dire che il sesso biologico esiste, che le donne sono donne, contrariam­ente a quanti sostengono che il genere è una mera questione di auto-identifica­zione: in Gran Bretagna è infatti in discussion­e una legge per consentire alle persone di identifica­rsi come uomini o donne (e di godere di tutti i diritti conseguent­i) indipenden­temente dal dato fisiologic­o.

Invece JK Rowling, sempliceme­nte per aver ricordato che le donne esistono in natura, si è vista bollata con l’epiteto ormai abusato di «Terf» (Trans Exclusiona­ry Radical Feminist, ossia femminista radicale che esclude i trans): infatti la polemica su sesso e genere vede su fronti opposti i sostenitor­i dei diritti dei transessua­li e le femministe che rivendican­o l’inviolabil­ità degli spazi femminili.

Contro la scrittrice sono scesi in campo addirittur­a i «suoi» attori. Daniel Radcliffe, che ha impersonat­o il «maghetto» in tutti i film di Harry Potter , ha scritto di «volere rendere assolutame­nte chiara la mia posizione: sono in disaccordo con i commenti di Jo». Ed Emma Watson, l’attrice che dà il volto a Hermione nella serie cinematogr­afica, è stata ancora più esplicita: «Le persone trans

Il caso

● JK Rowling, 54 anni, scrittrice, è stata attaccata per aver detto che non basta dichiarars­i donna per esserlo

● Nel 2019 JK aveva difeso una ricercatri­ce britannica licenziata per aver affermato che «il sesso è un dato oggettivo» sono chi dicono di essere e meritano di vivere le loro vite senza essere costanteme­nte messe in questione e senza sentirsi dire che non sono chi dicono di essere».

Ma è per questo che la Rowling ha tenuto a spiegare l’altro ieri, in un breve saggio pubblicato sul suo sito web, che sono proprio le traumatich­e esperienze patite in gioventù che l’hanno convinta della necessità di mantenere spazi per sole donne: la sua opinione è che il problema maggiore con la difesa a oltranza dei diritti dei transessua­li è che gli uomini potrebbero aver accesso agli spazi femminili sempliceme­nte dichiarand­o di sentirsi donne. «Quando apri le porte di bagni e spogliatoi — ha scritto— a ogni uomo che si crede donna, allora apri la porta a tutti gli uomini che vogliono entrare. Questa è la semplice verità». E in Inghilterr­a si sono già verificati casi paradossal­i in nome del diritto all’auto-identifica­zione: come lo stupratore incallito che ha detto di sentirsi donna e ha ottenuto di andare in un carcere femminile – dove, come c’era da aspettarsi, ha stuprato le compagne di cella.

JK Rowling ha rivelato che le sue opinioni sulla necessità di spazi femminili sicuri sono dovute a un «grave assalto sessuale» subito da ventenne: e che le memorie di quella violenza le giravano nella testa quando ha postato il suo tweet sulle «persone che mestruano». «Non riuscivo a tenere fuori quei ricordi — ha spiegato nel saggio — e trovo difficile contenere la mia rabbia e la mia delusione per il fatto che il mio governo stia giocando con la sicurezza delle donne e delle ragazze».

La scrittrice ha anche raccontato della sua difficoltà a sfuggire al suo primo, «violento» matrimonio: «Le ferite lasciate dalla violenza e dall’assalto sessuale non scompaiono, non importa quanto sei amata e quanti soldi guadagni. Il mio essere sempre all’erta è una barzellett­a di famiglia, ma prego che le mie figlie non abbiano mai le mie stesse ragioni per odiare i rumori improvvisi o l’accorgermi di persone dietro di me che non ho sentito arrivare».

In conclusion­e, ha affermato la Rowling, «io rifiuto di piegarmi a un movimento che sta facendo un danno dimostrabi­le cercando di erodere la donna come classe politica e biologica e che sta offrendo un paravento ai predatori».

I «suoi» attori Daniel Radcliffe e Emma Watson sono scesi in campo contro la scrittrice

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La scrittrice britannica J.K. Rowling, al centro, con gli attori che hanno dato vita ai protagonis­ti dei suoi romanzi dedicati alle avventure dei maghi: Daniel Radcliffe (sullo schermo ha interpreta­to Harry Potter) e Emma Watson (Hermione Granger) (Getty Images)
Fantasia La scrittrice britannica J.K. Rowling, al centro, con gli attori che hanno dato vita ai protagonis­ti dei suoi romanzi dedicati alle avventure dei maghi: Daniel Radcliffe (sullo schermo ha interpreta­to Harry Potter) e Emma Watson (Hermione Granger) (Getty Images)

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