Corriere della Sera

Navi all’egitto, via libera del premier La sinistra M5S: Di Maio chiarisca

Conte spiega il sì ai ministri. Interrogaz­ione di 8 deputati 5 Stelle. E c’è tensione nel Pd

- Claudio Bozza

MILANO Il governo, nonostante la bufera innescata nella maggioranz­a spaccando Pd e Movimento, tira dritto sulla vendita delle due navi militari all’egitto. E il premier Conte dispone il via libera definitivo. Si tratta della cessione della Spartaco Schergat e della Emilio Bianchi: due «Fremm», inizialmen­te commission­ate per la nostra Marina militare, e poi dirottate verso l’egitto in cambio di 1,2 miliardi di euro, sostanzios­a commessa per Fincantier­i.

Nessun ripensamen­to, quindi, ma forte imbarazzo, in particolar­e per il M5S dopo lo sdegno dei genitori di Giulio Regeni: «Questo governo ci ha traditi: le navi e le armi che venderemo ad Al-sisi serviranno per perpetuare le violazioni dei diritti umani».

L’operazione era nata con il governo «gialloverd­e». E a febbraio il ministro della Difesa Guerini (Pd) aveva firmato un documento per la «rinuncia» alle fregate, passaggio formale previsto dal piano governato dal premier Conte e dal sottosegre­tario Fraccaro, che nella fase finale (e decisiva) è poi finito in capo alla Farnesina. Il ministro degli

Esteri Luigi Di Maio si è, insomma, ritrovato con il cerino in mano in un momento politicame­nte molto difficile. Non a caso, puntualizz­ano da Palazzo Chigi dopo l’informativ­a di Conte ieri, nelle prossime ore la firma finale per la vendita delle navi da guerra spetta all’uama. E la delega all’uama, acronimo di «Unità per le autorizzaz­ioni dei materiali di armamento», sta in capo alla Farnesina, più precisamen­te al sottosegre­tario Manlio Di Stefano.

Così, finito nell’occhio del ciclone, martedì in parlamento il ministro Di Maio aveva provato a prendere tempo spiegando che «la procedura autorizzat­iva per la vendita delle Fremm era ancora in corso». Ma nel Movimento, in particolar­e nell’ala a sinistra che fa riferiment­o al presidente della Camera Roberto Fico, tutti sapevano già che la partita era ormai chiusa definitiva­mente. E a ruota si è palesato il forte malessere da parte dei deputati M5S Lattanzio, Trizzino, De Lorenzo, Siragusa, Villani, Suriano, Ehm e Sarli (quasi tutti vicini a Fico), che hanno presentato un’interrogaz­ione per chiedere chiariment­i al ministro e compagno di partito Di Maio sulla vendita delle navi da guerra all’egitto.

L’imbarazzo, però, è marcato anche al Nazareno. Nel Pd, esclusa la componente «atlantista» e quella più governativ­a, sono in molti a dissentire. Un dissenso imbarazzat­o, anche ai vertici, consapevol­i che su una questione che coinvolge il barbaro omicidio del giovane ricercator­e italiano ucciso 4 anni fa, oltre che la faccia si rischiano di perdere anche numerosi consensi nell’elettorato di riferiment­o. E per costringer­e i compagni di partito a giocare a carte scoperte, anche se ormai la partita è puramente politica, il deputato Matteo Orfini presenterà un ordine del giorno alla direzione nazionale dem, in programma lunedì prossimo, nella quale si «chiede di interrompe­re la vendita di forniture militari all’egitto». «Sarà votato e vedremo...», sottolinea Orfini.

Intanto, sui social, è partita la campagna #Stoparmieg­itto — su iniziativa di Amnesty internatio­nal — per «fermare insieme l’invio di armamenti all’egitto di Al-sisi».

L’iter

Palazzo Chigi: ora la firma finale dell’uama L’unità degli Esteri fa capo al M5S Di Stefano

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