Salvini attacca «È giusto che paghi chi sbagliò» Il Pd: «Basta sciacallaggi»
«Dopo tante menzogne e attacchi vergognosi, giustizia è fatta: chi ha sbagliato deve pagare», dice il leader della Lega, Matteo Salvini, appena esce la notizia che i pm di Bergamo sentiranno a Roma il premier Conte e i ministri dell’interno e della Salute, Lamorgese e Speranza, sul perché i due paesi della bergamasca Alzano e Nembro non furono dichiarati subito, a fine febbraio, zone rosse. Salvini, dunque, va all’attacco, forte anche di quel che disse due settimane fa la procuratrice orobica Maria Cristina Rota («La decisione spettava al governo»), un passaggio che pareva favorevole alla Regione Lombardia governata dal leghista Fontana. Stavolta, però, il centrodestra si divide: «No, Matteo, non è così. Non confondiamo le indagini con le sentenze, altrimenti non si fa che alimentare il circuito mediatico-giudiziario che in questi anni ha inquinato il dibattito politico», twitta Deborah Bergamini, deputata di Forza Italia e condirettrice del Riformista.
E anche la capogruppo di Forza Italia alla Camera, Mariastella Gelmini, pur schierandosi dalla parte del governatore Fontana («Una sconfitta per chi ha pensato di strumentalizzare l’inchiesta, usandola come clava politica contro la Lombardia»), pone un altolà: «È bene che gli inquirenti indaghino a 360 gradi su eventuali responsabilità. Ma usare politicamente le inchieste è sempre un errore. I fatti devono essere accertati senza pregiudizi e condizionamenti e siamo certi che a Bergamo andrà così». Gelmini sembra far suo l’appello rivolto in occasione del 2 giugno da Sergio Mattarella alle forze politiche. Quell’invito ad «essere all’altezza del dolore degli italiani» e a non brandire «gli uni contro gli altri» le «sofferenze provocate dalla malattia».
Dalle forze di governo, invece, la reazione alle parole del leader della Lega è durissima: «La solita opera di indegno sciacallaggio politico che non fa i conti con il dato di realtà — scrive su Facebook la senatrice del Pd Simona Malpezzi, sottosegretaria ai Rapporti con il Parlamento —. I cittadini lombardi hanno pagato un prezzo altissimo per gli errori commessi dalla giunta Fontana. Errori su cui sarà chiamata a indagare una commissione d’inchiesta. Bisogna ricordare che era nelle facoltà del governatore, grazie a una legge del 1978, assumere un’ordinanza per istituire una zona rossa, come è accaduto in centinaia di comuni italiani, dall’emilia-romagna alla Calabria». Anche il deputato M5S Cristian Romaniello contrattacca: «L’ennesima imbarazzante fake news di Matteo Salvini. I pm di Bergamo hanno convocato Conte, Speranza e Lamorgese ma non è affatto un interrogatorio come lui sta provando a far passare sui social. Non c’è nessuna indagine a loro carico». Chi invece attacca tutti, Salvini e il governo, è il Partito Comunista dei Lavoratori, che in una nota esprime «soddisfazione» per la scelta della Procura di sentire Conte e i ministri: «Fu il Pcl tramite il suo portavoce Marco Ferrando — ricorda la nota — a presentare per primo alle Procure di Bergamo, Brescia, Milano e Roma una denuncia contro il governo, la regione Lombardia e Confindustria». L’esposto è del 9 aprile scorso, «quando tutti facevano muro minimizzando ciò che accadeva e rimpallandosi le responsabilità. A cominciare dalla Lega di Salvini, che allora difendeva a spada tratta la politica delle fabbriche aperte a tutti i costi. I costi di migliaia di morti».