Istruzione e povertà: progressi a rischio
La crisi da pandemia «rischia di cancellare decenni di progresso nella lotta alla povertà e di esacerbare i già alti livelli di disuguaglianza nei Paesi e tra Paesi». Lo scrivono le Nazioni Unite in un recente rapporto sulla necessità di rispondere all’impatto socio-economico del Covid-19. Uno dei grandi risultati della globalizzazione dei decenni scorsi è stato il crollo della povertà, quella estrema ma non solo. Ora la tendenza si rovescerà se non si prenderanno misure radicali e mondiali, dice l’analisi: non solo per le perdite di reddito, per la chiusura di imprese e di piccoli business, per l’aumento della disoccupazione ma anche perché la chiusura delle scuole potrebbe fare balzare all’indietro la tendenza all’emancipazione delle ragazze, anch’essa migliorata negli anni passati. Soprattutto nei Paesi poveri. Già ci sono casi di aumenti dei prezzi dei generi alimentari che colpiscono i più vulnerabili. Se non si interviene in fretta e con decisione, la situazione peggiorerà, dice l’onu. Nello studio si riporta la stima dell’organizzazione mondiale del lavoro sull’esplosione della disoccupazione nel mondo, in tre scenari. Nel primo, il meno pessimista, perdono il lavoro 5,3 milioni di persone, nel secondo 13 milioni e nel terzo quasi 25 milioni. Con una riduzione dei redditi da lavoro che può variare tra gli 860 e i 3.400 miliardi di dollari. Per quel che riguarda l’istruzione, 166 Paesi hanno chiuso scuole e università. Più di un miliardo e mezzo di studenti ha un accesso precario all’istruzione o non ne ha affatto: 740 milioni di ragazze e 785 milioni di ragazzi. Più di 60 milioni di docenti non sono in classe. Molti tengono lezioni online, ma non è la stessa cosa, soprattutto dove i collegamenti web sono instabili. Le Nazioni Unite dicono che la pandemia avrà un forte impatto su tutti i 17 Sustainable Development Goals che 195 Paesi si sono dati come obiettivi da raggiungere entro il 2030. I più direttamente colpiti saranno il terzo, il primo e l’ottavo, cioè quelli che riguardano il miglioramento della salute, la lotta alla povertà e l’economia. Ma interruzioni nella produzione e nella distribuzione di cibo rischiano di mettere in dubbio l’obiettivo di «Zero fame» nel mondo. E le donne rischiano di subire un aumento della violenza domestica e di vedere allontanarsi la «Parità di genere». L’onu chiede concordia globale per affrontare il momento.
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