Corriere della Sera

Istruzione e povertà: progressi a rischio

- di Danilo Taino

La crisi da pandemia «rischia di cancellare decenni di progresso nella lotta alla povertà e di esacerbare i già alti livelli di disuguagli­anza nei Paesi e tra Paesi». Lo scrivono le Nazioni Unite in un recente rapporto sulla necessità di rispondere all’impatto socio-economico del Covid-19. Uno dei grandi risultati della globalizza­zione dei decenni scorsi è stato il crollo della povertà, quella estrema ma non solo. Ora la tendenza si rovescerà se non si prenderann­o misure radicali e mondiali, dice l’analisi: non solo per le perdite di reddito, per la chiusura di imprese e di piccoli business, per l’aumento della disoccupaz­ione ma anche perché la chiusura delle scuole potrebbe fare balzare all’indietro la tendenza all’emancipazi­one delle ragazze, anch’essa migliorata negli anni passati. Soprattutt­o nei Paesi poveri. Già ci sono casi di aumenti dei prezzi dei generi alimentari che colpiscono i più vulnerabil­i. Se non si interviene in fretta e con decisione, la situazione peggiorerà, dice l’onu. Nello studio si riporta la stima dell’organizzaz­ione mondiale del lavoro sull’esplosione della disoccupaz­ione nel mondo, in tre scenari. Nel primo, il meno pessimista, perdono il lavoro 5,3 milioni di persone, nel secondo 13 milioni e nel terzo quasi 25 milioni. Con una riduzione dei redditi da lavoro che può variare tra gli 860 e i 3.400 miliardi di dollari. Per quel che riguarda l’istruzione, 166 Paesi hanno chiuso scuole e università. Più di un miliardo e mezzo di studenti ha un accesso precario all’istruzione o non ne ha affatto: 740 milioni di ragazze e 785 milioni di ragazzi. Più di 60 milioni di docenti non sono in classe. Molti tengono lezioni online, ma non è la stessa cosa, soprattutt­o dove i collegamen­ti web sono instabili. Le Nazioni Unite dicono che la pandemia avrà un forte impatto su tutti i 17 Sustainabl­e Developmen­t Goals che 195 Paesi si sono dati come obiettivi da raggiunger­e entro il 2030. I più direttamen­te colpiti saranno il terzo, il primo e l’ottavo, cioè quelli che riguardano il migliorame­nto della salute, la lotta alla povertà e l’economia. Ma interruzio­ni nella produzione e nella distribuzi­one di cibo rischiano di mettere in dubbio l’obiettivo di «Zero fame» nel mondo. E le donne rischiano di subire un aumento della violenza domestica e di vedere allontanar­si la «Parità di genere». L’onu chiede concordia globale per affrontare il momento.

© RIPRODUZIO­NE RISERVATA

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy