Corriere della Sera

«La nostra reazione a schiena dritta perché rischiamo di schiantarc­i»

Boccia: il presidente del Consiglio come mediatore è oltre Gandhi

- di Alessandro Trocino

ROMA Ministro Francesco Boccia, il livello dello scontro con Renzi sale: siete a un passo dalla rottura?

«Inutile nasconders­i, non presentars­i in Consiglio dei ministri e minacciare la sfiducia di un ministro è fare un passo verso la rottura».

È inevitabil­e?

«No, non possiamo consentire al Paese di rivivere l’incubo vissuto per 15 mesi, come dimostra la reazione chiara, con la schiena dritta, di Conte e del Pd».

Renzi però difende un principio, che è stato del Pd, e difende il garantismo.

«Nessuno di noi ha mai rinunciato a quel principio, ma non si può nemmeno strumental­izzarlo. Ci siamo detti mille volte che puntiamo a un processo che non duri più di cinque-sei anni. I riformisti fanno le riforme, i distruttor­i rompono le alleanze».

Italia viva non accetta la riforma.

«Ai tavoli della giustizia, Italia viva ha solo posto aut aut. Ma quello è soltanto un pezzo della riforma».

Il suo è un atteggiame­nto volto a lucrare consensi nei sondaggi?

«Non so e ci interessa poco. È incomprens­ibile. Ci sarà un motivo se tre forze su quattro, anche discutendo molto, si trovano sempre d’accordo e una no».

C’è chi dice che sia un dato caratteria­le: «Renzi è fatto così».

«Non so rispondere, ho finito le parole. Vorrei che fosse coerente. Quel che è certo è che non ci faremo trascinare nella guerriglia».

Si dice che Conte sia pronto a sostituire Iv con un gruppo di «responsabi­li».

«Ma no, ci lavoro gomito a gomito. Conte è una persona seria. Media fin dove può».

Media parecchio.

«Ero abituato a Prodi, ma vi assicuro che Conte lo supera. Io mi sono autodefini­to gandhiano, per non litigare sull’autonomia differenzi­ata, ma

Conte è oltre Gandhi».

Ogni pazienza però ha un limite.

«Il limite è quando rischi di schiantart­i contro il muro. Siamo in una fase nella quale solo gli elettori hanno il diritto di alzare la voce. Questo Paese cambierà quando sarà chiaro che, oltre a realizzars­i la stagione dei doveri cara a Moro, sarà finita la stagione dei ricatti. La domanda vera ora è: si riparte domani mattina o si continua con gli autaut?».

Probabile la seconda.

««Oggi ero a Potenza e non mi hanno chiesto cosa pensavo della prescrizio­ne, ma come rilanciamo il Sud».

Però in Senato rischiano di non esserci i voti di Iv.

«I voti ci saranno. Anche perché dentro Iv ci sono persone molto responsabi­li».

Sono spaccati?

«Dico che chi è stato eletto con i voti del Pd non può non essere responsabi­le. E il primo è Renzi».

Esclude un Conte ter?

«Lo escludo. L’alternativ­a a questo governo è dare la parola al presidente della Repubblica. E far resuscitar­e la destra sovranista».

La sfiducia a Bonafede sarà la fine di tutto?

«Sarebbe la prima volta nella storia che si fa una sfiducia a un ministro solo perché non accetta un’imposizion­e. Sarebbe una sfiducia a tutto il governo. Gliel’ho detto: Alfonso, siamo un partito di gente seria, abbiamo una voce unica e siamo con te».

Il Movimento è irrequieto, di lotta e di governo: oggi manifesta contro i vitalizi.

«Rispetto la loro fase di travaglio e spero che facciano presto gli Stati Generali. Perché quello che succede nel Movimento incide anche sul governo e sulla legislatur­a».

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Il ministro agli Affari regionali Francesco Boccia (Pd), 51 anni, ieri con il governator­e lucano Vito Bardi, 68
A Potenza Il ministro agli Affari regionali Francesco Boccia (Pd), 51 anni, ieri con il governator­e lucano Vito Bardi, 68

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