Casse e cuffie Bose Addio a 119 negozi, vendite solo online
La tecnologia avanza, le piattaforme si sviluppano e l’ecommerce fa sempre più breccia tra la gente, meno diffidente verso gli acquisti online. Ma se l’azienda ha successo sul web perché sostenere i costi che un negozio fisico porta con sé? È la riflessione di Bose, la nota società statunitense, guidata da Phil Hess, produttrice di apparecchiature audio, che si accingerà ad abbassare la claire di tutti i suoi negozi in Europa, Nord America, Australia e Giappone. Stiamo parlando di 119 esercizi commerciali, mentre resteranno aperti i 130 in Cina e negli Emirati Arabi, oltre a quelli in India, nel Sudest asiatico e nella Corea del Sud.
Secondo la società, il piano sarà avviato «nei prossimi mesi». Ma questo porterà purtroppo anche a licenziamenti, anche se il numero non è ancora noto.
«In origine i nostri negozi offrivano alle persone l’opportunità di sperimentare, testare e confrontarsi con noi sui sistemi di home entertainment», adatti alla riproduzione di cd e dvd, ha commentato il vicepresidente delle vendite globali Colette Burke, secondo quanto riportato da diversi media. «Ai tempi — ha aggiunto — era un’idea radicale, ma ci siamo concentrati su quello di cui i nostri clienti avevano bisogno e sul dove ne avevano bisogno». Adesso «stiamo facendo la stessa cosa», ha sottolineato Burke.
Questo«drammatico passaggio» dai negozi all’ecommerce mette in risalto la trasformazione delle abitudini della gente: adesso basta solo uno schermo per scegliere ciò che si desidera e arriva a casa nel giro di un giorno o poco più. E se non va bene? Si può sempre mandare indietro.
Il primo negozio Bose ha aperto negli Stati Uniti nel 1993. «In origine i nostri negozi offrivano alle persone l’opportunità di sperimentare, testare e confrontarsi con noi sui sistemi di home entertainment» ha detto Burke. La scelta per la società è «ancora difficile, perché la decisione incide su alcuni dei nostri incredibili team, che ci rendono orgogliosi ogni giorno». Team che «si prendono cura di tutte le persone che varcano le nostre porte», che «danno consigli» ai clienti in modo professionale. Ma che purtroppo non possono stare al passo dell’online.