E arrivano le esercitazioni con Cina e Iran
perquisiti da agenti che hanno sfondato la porta. Quasi a chiarire il messaggio che si voleva inviare, per chi non l’avesse capito.
Nella Russia dello zar Vladimir Putin, ormai impegnata in una nuova corsa per il ruolo di superpotenza mondiale numero uno, non c’è spazio per dissidenti, critici o per chiunque voglia «creare guai». Il Paese marcia compatto dietro al suo leader (il rating del presidente è nuovamente salito attorno al 70 per cento) il quale nei giorni di Natale ha comunicato al mondo che per la prima volta Mosca non arranca più dietro agli Stati Uniti nella corsa agli armamenti. «Ci troviamo in una situazione senza precedenti», ha annunciato soddisfatto. «Sono loro che corrono dietro a noi. Nessun altro Paese al mondo dispone di strumenti ipersonici». Putin ha fatto sapere che alcune unità sono
Cina, Russia e Iran terranno esercitazioni navali congiunte a partire da oggi nel Golfo dell’oman, ha detto Pechino, in un momento di forti tensioni da quando gli Stati Uniti si sono ritirati dall’ accordo nucleare con Teheran. Le esercitazioni militari — che dureranno fino al 30 dicembre — mirano a «approfondire gli scambi e la cooperazione tra le marine dei tre Paesi», ha spiegato il portavoce del ministero della difesa cinese Wu Qian. La marina cinese dispiegherà il suo cacciatorpediniere missilistico guidato Xining — soprannominato «killer vettore» per la sua gamma di missili da crociera antinave e di attacco terrestre — nelle esercitazioni. Secondo gli osservatori, le manovre potrebbero essere interpretate come una risposta alla formazione di una coalizione a guida americana destinata a garantire la sicurezza di navigazione nella regione del Golfo dopo una serie di incidenti avvenuti a petroliere di diversi Paesi in coincidenza con l’aumento delle tensioni fra Washington e Teheran. Inoltre gli Usa hanno reintrodotto le sanzioni contro l’iran a partire dal maggio dell’anno scorso.