Corriere della Sera

Una squadra di gomma che sta inventando qualcosa

- Di Mario Sconcerti

Èun’italia praticamen­te perfetta nel senso almeno che tutti fanno quello che sanno fare meglio. Era un lavoro difficile anche solo da immaginare due anni fa, ora esiste, si prolunga e ha il coraggio di promettere. Come dice Klopp tra i suoi sorrisi, non vogliamo essere i più forti al mondo; vogliamo essere quelli che battono i più forti al mondo. Questo potrebbe anche capitare. L’italia di Mancini ha un’identità molto forte, molto precisa, è squadra dovunque, dalla semplicità fino all’orgoglio del gioco. Credo che il nostro modo di stare in campo, pieno dell’arroganza timida ma abbondante di Mancini, faciliti i giocatori e li aiuti a dare il meglio di sé. Sono troppi i miracolati rispetto al campionato: Florenzi, Insigne, Bernardesc­hi, lo stesso Tonali che ha sostituito Verratti, cioè un giocatore del mondo, senza che nessuno si sia accorto dell’assenza. Nel suo piccolo, questa è l’italia più diversa e riconoscib­ile dai tempi del Messico di Valcareggi e del

Mondiale di Bearzot. Quella di Lippi aveva giocatori migliori, ma era meno eclettica, più guardinga. Naturalmen­te non significa molto, solo che si è lavorato bene. Mancano le conferme vere, i grandi avversari tipo Francia, Spagna, Belgio, Inghilterr­a, Portogallo. Ma nemmeno la Bosnia era un avversario qualsiasi a pochi chilometri da Sarajevo. L’abbiamo banalizzat­a noi giocando di prima, con ordine e una sicurezza che solo i pazzi o i migliori riescono a trovare. Belotti è cresciuto, non è più una copia buona del generoso

Graziani, gioca calcio tecnico e tira in porta come vuole. Bernardesc­hi è troppo educato, è come non volesse sporcarsi mai la maglia. Ma se giocasse nell’inghilterr­a penseremmo di avere un fenomeno. Così Acerbi, lo stesso Insigne che nel Napoli deve fare il capitano, ruolo di cui non sa sopportare il peso. Ma è l’insieme che stupisce. Questa è una squadra di gomma che resta sempre se stessa dopo qualunque movimento e con qualunque altro giocatore. Perché sente di star inventando qualcosa di diverso.

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Vittorio Pozzo, 2 titoli mondiali
Mito Vittorio Pozzo, 2 titoli mondiali

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