Corriere della Sera

Urgente cambiare e dare «una mano»

Con il fallo di De Ligt riesplode il problema

- Giampiero Timossi Paolo Tomaselli

L’anno nero della Var continua. La mancanza di uniformità nelle decisioni arbitrali rischia di minare alle fondamenta la rivoluzion­e tecnologic­a, indebolita dalla modifica regolament­are sui falli di mano. Cosa è cambiato? Il braccio largo è diventato sempre punibile, eliminando il parametro della volontarie­tà. Ma nelle chiose del regolament­o (circolare Aia, articolo 12) ci sono principi poco chiari, che aumentano le difficoltà per gli arbitri nell’interpreta­re l’intenziona­lità della giocata, la posizione del braccio, la distanza dell’avversario che scaglia il pallone sull’arto.

L’intenzione dell’internatio­nal Board era quella di ridurre il margine di discrezion­alità dell’arbitro, ma l’effetto ottenuto sembra opposto. Ed è quello della confusione e della disparità di giudizio, perché su episodi simili sono state fatte scelte molto diverse: due pesi, due misure, come quando la Var non c’era. Il tema è molto caldo non solo in Italia, dato che l’allenatore del Chelsea, Frank Lampard, ha appena invocato «uniformità» anche in Premier, dove la video assistenza è alla prima stagione: «Ci stiamo addentrand­o in un’area pericolosa, diventa un testa o croce ogni settimana...».

A tenere banco da noi sono gli episodi di sabato: stadio «Grande Torino», minuto 11, solito vizio dell’ olandese De Ligt della Juventus: tocca in area con un braccio (mentre Pjanic ha le braccia dietro la schiena...), l’arbitro Doveri sorvola, il Var decide che può andare così: niente rigore. Poi però lo ammetterà anche Maurizio Sarri: «De Ligt si è ritrovato con la mano nel posto

d Cairo

A mio avviso il rigore c’era Per lo stesso episodio a Lecce il rigore contro la Juventus era stato fischiato dall’arbitro

d Sarri

De Ligt aveva la mano al posto sbagliato al momento sbagliato, per fortuna aveva il piede al posto giusto

sbagliato al momento sbagliato». Un caso sul quale interviene anche Urbano Cairo, presidente del Torino: «A mio avviso il rigore c’era. Per lo stesso episodio a Lecce il rigore contro la Juve è stato fischiato».

Così è dura andare avanti, anche perché la nuova regola sui falli di mano non piace nemmeno agli arbitri, che soprattutt­o nelle prime giornate l’hanno applicata in modo incoerente. «Stiamo lavorando bene, applicando un regolament­o che non ci entusiasma» ha rivendicat­o di recente Marcello Nicchi, numero uno dei fischietti italiani. Ma spiegare qual è la differenza tra il rigore dato al Lecce e quello negato al Torino contro la Juve, anzi contro De Ligt, sarebbe già utile.

Nell’attesa la consolazio­ne è pensare alla sala Var di Coverciano, la cosiddetta «Central room» che potrebbe debuttare nel girone di ritorno: «Sarà una svolta, perché sarà anche più facile spiegare le decisioni — ha detto Nicchi — e lo faremo in diretta». Non è detto che basti per fare rispettare l’uniformità di giudizio. Ma la speranza c’è.

E anche la possibilit­à di introdurre una o più «chiamate» della Var per gli allenatori durante una partita è un tema che potrebbe essere messo all’ordine del giorno in un futuro non così remoto: da parte degli arbitri non ci sarebbe nessuna battaglia di retroguard­ia in tal senso, ma certo sarebbe necessario una modifica del regolament­o. Di sicuro non sarebbe l’ultima. E nemmeno la peggiore.

 ?? (Ansa) ?? Caos Con il numero 4 Matthijs De Ligt, 20 anni, sta per calciare il pallone dopo averlo toccato col braccio
(Ansa) Caos Con il numero 4 Matthijs De Ligt, 20 anni, sta per calciare il pallone dopo averlo toccato col braccio

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