Corriere della Sera

Milan riparte la crisi

I rossoneri giocano i loro 75 minuti migliori ma alla fine si inchinano a una Lazio di qualità

- Alessandro Bocci

Posticipo Apre Immobile, risponde Piatek con l’aiuto di Bastos, decide Correa

MILANO Sorniona e rapace, la Lazio non fa sconti grazie al centesimo gol di Immobile e al contropied­e letale di Correa. Lotito, in trasferta dopo sette mesi, esulta per una vittoria che dentro San Siro rossonero manca da trent’anni e che vale il quarto posto in compagnia di Atalanta e Cagliari. Il Milan china la testa. La smorfia di Pioli vale più di mille parole. La sua squadra per 75 minuti gioca la partita migliore della stagione, con velocità, intensità, convinzion­e. Soprattutt­o coraggio. Il Diavolo alza il pressing in mezzo al campo, sfrutta meglio del solito le fasce, aumenta l’intensità del palleggio e la precisione nei passaggi. Nel primo tempo, grazie all’autorete di Bastos, rimette in equilibrio il risultato nel giro di tre minuti. Nel secondo prova anche a vincerla. Pioli osa, ma perde.

La Lazio sta attraversa­ndo un momento d’oro. È la sua terza vittoria consecutiv­a, come non succedeva da 14 mesi, la seconda in trasferta dopo quella di Firenze. Chiude gli spazi ed è letale nelle ripartenze, grazie soprattutt­o alle qualità di un giocatore sontuoso: Luis Alberto.

Per il Milan la strada verso la gloria è lunga. La Champions invocata dall’allenatore è lontana otto punti. Però la sensazione è che Pioli sia sulla strada giusta. Paquetà spreca una ghiotta occasione un minuto prima della traversa di Immobile, Castillejo impegna Strakosha centoventi secondi prima del gol dello stesso Ciro, il numero 100 nella Lazio e non sfugge il fatto che anche il grande Piola aveva realizzato il centesimo proprio contro il Milan.

Nel Diavolo la difesa proprio non va e l’attacco continua a faticare. Ma non molla un centimetro e una volta in svantaggio non resta prigionier­o delle proprie paure, tanto che nel giro di tre minuti, grazie all’autogol di Bastos dopo un tocco di Piatek, torna in corsa. E non si ferma neppure quando, per un problema al flessore della coscia sinistra, perde Castillejo, già sostituto dell’infortunat­o Suso e sino a quel momento il migliore dei suoi. Tanto che, prima dell’intervallo, Strakosha viene quasi sorpreso dall’angolo a rientrare di Calhanoglu. La Lazio si limita a controllar­e i rivali, ma quando attacca è abbagliant­e: Lazzari domina sulla corsia destra, Luis Alberto è formidabil­e nello stretto, Immobile è letale, Correa si sveglia al momento giusto. Una corrazzata dalla cintola in su.

Nel secondo tempo Pioli gioca il tutto per tutto, togliendo Paquetà e inserendo Leao con la conseguent­e trasformaz­ione del 4-3-3 in un più offensivo 4-2-3-1 con Calhanoglu dietro Piatek e con Rebic e lo stesso Leao esterni alti. Inzaghi risponde con Parolo in mezzo al cam

po (per Milinkovic) e Caicedo per Immobile, che non gradisce ma non polemizza. Una partita in equilibrio precario. Ma nell’ultimo quarto d’ora la Lazio capisce che può vincerla, anche perché il Milan sembra stanco. Così, come aveva fatto a Firenze, prende il comando delle operazioni e piazza il colpo di reni vincente. La rete è di Correa. L’assist, manco a dirlo, di Luis Alberto. Romagnoli cade nella trappola. Il Milan è vinto, in ginocchio, nuovamente nella parte destra della classifica.

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