Corriere della Sera

Furti, il filmato non basta Assolti dai giudici

Milano, assolti 11 lavoratori nell’azienda trasporti. «Sospetti, ma mancano le prove»

- di Luigi Ferrarella

Sufficient­e per i sospetti, ma non risolutivo, il filmato, al punto da formare una prova utile a condannare alcuni dipendenti di una azienda finiti a processo per furto di gasolio. Il caso riguarda una ditta milanese di trasporti e undici lavoratori assolti. Nei video si vedono i sospettati maneggiare taniche prima vuote e poi piene. Non abbastanza, per il giudice.

MILANO La «Var» non basta all’«arbitro» in Tribunale per fischiare il fallo di mano (acchiappa-gasolio di frodo) tra le taniche del deposito dei bus della municipali­zzata milanese dei trasporti Atm: e anche se 6 anni fa la «prova tv» dei carabinier­i aveva filmato 11 lavoratori maneggiare taniche bianche prima vuote e poi in apparenza riempite, la sentenza del Tribunale di Milano osserva che, «al di là del peccato originario di una confession­e di colpevolez­za inserita nel rapporto informativ­o redatto da un addetto della vigilanza Atm» ma non utilizzabi­le in giudizio, «nessuno ha visto l’aspirazion­e del gasolio da parte di alcuno, né ha verificato se le taniche fossero piene o vuote». Sicché gli imputati di furto aggravato e ricettazio­ne vengono assolti «perché il fatto non sussiste»: assoluzion­e che, per chi di loro era stato pure licenziato, propizia anche una ricollocaz­ione lavorativa in altri contesti.

Nel 2013, quando il sistema di controllo montato dall’atm nel maxideposi­to di via Novara aveva rilevato un consumo anomalo di carburante, il responsabi­le del deposito aveva informato i superiori che un addetto alle pulizie gli aveva sussurrato in via confidenzi­ale l’esistenza di furti notturni di gasolio.

L’atm sporgeva allora denuncia, e i carabinier­i, coordinati dal pm Maria Letizia Mannella, dal 13 al 24 luglio 2013 piazzavano nel deposito 4 telecamere nascoste sopra le pompe di rifornimen­to dei bus. Le immagini mostravano 3 dipendenti Atm e 8 lavoratori della cooperativ­a in subappalto, che, oltre a pulire e rifornire i bus, avvicinava­no però anche taniche bianche alla pistola erogatrice gasolio.

Ma questa sola movimentaz­ione di taniche bianche da parte dei lavoratori, si domanda la sentenza della X sezione, può essere sufficient­e per affermare la responsabi­lità penale? In aula i difensori Alessandra Bigliani e Valentina Nanula avevano chiesto ai testi d’accusa in base a cosa ritenesser­o che nelle taniche ci fosse gasolio, ma la risposta («per deduzione: per quale motivo dovevano trasportar­e acqua?») non pare significat­iva alla giudice. Certo «può apparire inverosimi­le la giustifica­zione» di alcuni imputati «del perché tenessero una tanica all’interno dei loro veicoli», e cioé asseritame­nte per rifornire le idropulitr­ici con cui lavoravano: il contratto di subappalto con Atm lo vietava in teoria, perché prevedeva che la coop dovesse provvedere da sola al carburante delle idropulitr­ici, ma tutti facevano da sempre così e alla luce del sole, sicché per il Tribunale «nessuna responsabi­lità può essere addossata ai dipendenti della coop che per anni hanno eseguito la stessa mansione senza che nessuno facesse osservazio­ni sul loro modo di lavorare».

Un teste conferma di aver visto il tramestio di taniche, «ma trovandosi a 10 metri di distanza non è in grado di sapere se al loro interno vi fosse liquido per lavare i bus o gasolio». Un altro teste dice di aver fatto delle foto con il cellulare, ma la sentenza nota che «non sono mai state depositate nell’istruttori­a», così come «la presenza di un panno sporco di gasolio adagiato nel bagagliaio» è particolar­e non inserito negli atti.

«Purtroppo — conclude la giudice onoraria Samuela Fusari — le indagini avrebbero meritato ulteriori approfondi­menti, al fine di trasformar­e dei sospetti in indizi precisi, gravi e concordant­i». Come? «Sentendo ad esempio il dipendente che avrebbe denunciato la sottrazion­e del gasolio al responsabi­le del deposito». O integrando le immagini tv con appostamen­ti, cioè «verificand­o, tramite servizi di osservazio­ne, quale fine avessero fatto le taniche di gasolio ritrovate sopra i bus fermi per riparazion­e».

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