Brexit rinviata L’europa allontana (al 31 gennaio) l’ultima scadenza
La data della Brexit si sposta di nuovo in avanti. Ora è stata fissata dall’unione europea al 31 gennaio: e Boris Johnson ha accettato, seppure a malincuore. Il premier si è dovuto dunque rimangiare la promessa di portare la Gran Bretagna fuori dalla Ue entro il 31 ottobre, «vivi o morti»: ma non c’era molto altro da fare, visto che l’alternativa era il no deal, il divorzio senza accordi, una prospettiva catastrofica che nessuno ha interesse a intestarsi.
I 27 alla fine hanno trovato una posizione comune, che consiste in una «flestensione», cioè un’estensione flessibile: il che vuol dire che se il Parlamento di Westminster dovesse approvare prima l’accordo negoziato con Bruxelles, la data della Brexit verrebbe anticipata di conseguenza.
Gran Bretagna al voto? Bocciata ancora la mozione per elezioni a dicembre. Ma oggi Johnson proverà a convincere i liberaldemocratici
I deputati britannici avevano dato un primo via libera al testo dell’accordo già la settimana scorsa: ma poi avevano chiesto più tempo per esaminare bene tutta la legge ed eventualmente emendarla. Una prospettiva che non è vista di buon occhio a Bruxelles, dove sottolineano che l’accordo sul tavolo è solo quello e che non ci sono più margini di manovra.
L’attenzione dunque si sposta tutta, ancora una volta, sulle dinamiche politiche in corso a Londra. L’unica maniera di uscire dall’impasse è andare alle elezioni anticipate, dalle quali Johnson spera di ottenere una solida maggioranza che gli consenta di portare la Brexit a compimento entro gennaio senza intoppi.
È per questo che ieri sera ha presentato una mozione in Parlamento per andare al voto il 12 dicembre: ma come era già successo due volte a settembre, non ha raccolto i due terzi dei voti necessari. I laburisti, infatti, non vogliono concedergli elezioni che in questo momento convengono solo a Boris. Lui allora oggi proverà ad aggirare la legge elettorale, presentando un testo di poche righe per andare al voto a dicembre, cosa che in questo caso richiede una maggioranza semplice: una manovra che potrebbe riuscire grazie ai voti dei liberaldemocratici e dei nazionalisti scozzesi. Ma non è detto che questi si facciano abbindolare.