«Pronti al rilancio La fabbrica riapre il primo ottobre»
Di Donna: al servizio del territorio
«Siamo stati invitati al tavolo e ci hanno chiesto di immaginare una soluzione, per cui abbiamo dato la nostra disponibilità, ma con un unico obiettivo: salvaguardare i lavoratori». Antonio Di Donna esce dal Mise soddisfatto e speranzoso, non capita tutti i giorni che una cooperativa sociale rilevi una grande azienda: la sua cioccolateria Spes, di Torino, lo ha fatto ieri con il ramo cioccolato, praline e torroni di Pernigotti (al riminese Giordano Emendatori, fondatore della Mec3, la divisione «Ice & Pastry»). Di Donna, 45 anni, ne è presidente e ceo, lavora nel terzo settore da 22 anni.
Presidente, cosa significa un salvataggio del genere?
«Ci siamo messi al servizio del territorio e dei lavoratori affinché l’occupazione non andasse perduta e fosse salvaguardato un marchio storico del Made in Italy. Anche noi produciamo cioccolato, ma dal 1970, abbiamo creduto che il know how costruito in Piemonte andasse tutelato».
Ora come vi muoverete? «Abbiamo firmato un contratto preliminare, nei prossimi giorni ci troveremo con Emendatori per avviare una newco che diventi veicolo della reindustrializzazione, senza fare spezzatini e valorizzando gelato e cioccolato con una proposta unitaria. Pernigotti ci ha dato garanzie di continuità e una esclusiva di 10 anni per la produzione».
I tempi?
«Entro fine agosto ci sarà un incontro sul territorio con le parti sociali poi al lavoro per immaginare un’unica soluzione produttiva. A settembre arriveremo ai nodi contrattuali così da sbloccare gli investimenti e arrivare alla firma del contratto definitivo nella prima metà di settembre». Che fine farà il marchio? «Resta in mano all’attuale proprietà. Noi vogliamo mantenere la produzione a Novi Ligure, realizzando prodotti per altri soggetti, valorizzando quello stabilimento ».
Ritroveremo i cioccolatini Pernigotti per Natale?
«Assolutamente sì, anche perché grazie all’impegno dei lavoratori la produzione è ricominciata. Rientreremo in fabbrica entro il primo di ottobre. Ci aspettiamo da parte della proprietà e di tutti, investitori e istituzioni, concretezza e rispetto del contratto entro settembre. Non pensiamo a un progetto con il fiato corto, ma che guardi con coraggio al futuro. Vogliamo garantire lo stesso stipendio e far rientrare chi è in cassa integrazione immaginando assunzioni».
Anche noi produciamo cioccolato, ma dal 1970, abbiamo creduto che il know how costruito in Piemonte andasse tutelato