Storico Ganna, inseguimento tre volte mondiale
Trionfa l’azzurro, bronzo di Plebani. E la Paternoster è d’argento nell’omnium
Siamo un paese di santi, navigatori, poeti e ciclisti su pista, anche se l’unica pista coperta italiana (Montichiari, nel bresciano) è chiusa per via del tetto che fa acqua e i nostri eroi emigrano in Svizzera tre volte a settimana per allenarsi. Siamo il paese di Filippo Ganna, piemontese, 22 anni, 1 metro e 93 per 79 chili, che ieri ci ha regalato quattro minuti e sette secondi di spettacolo atletico assoluto. Per due volte a distanza di due ore, sulla pista polacca di Pruszkow, ha fatto tremare il record dell’inseguimento individuale, sfiorandolo di due decimi.
La sfida per il titolo iridato (il terzo dopo quelli che Pippo aveva conquistato nel 2016 e nel 2018) è perfino passata in secondo piano: nella finale per l’oro Filippo ha quasi raggiunto il povero tedesco Weinstein sotto pressione fin dal primo metro per la partenza a missile dell’azzurro, le cui lunghissime leve gestivano alla perfezione un mostruoso 61x15 con le spalle immobili e parallele alla pista in un assetto da manuale del ciclismo. Rispetto a tre anni fa, Ganna è migliorato di ben 7”. «La condizione era molto buona — ha spiegato il neo campione del mondo — e anche se sono felicissimo della terza medaglia mi spiace ancora molto per la caduta che venerdì ci ha tolto la finale nella prova a squadre. Ci tenevo tanto».
L’impresa del corazziere di Sky (che gli ha fatto firmare il contratto a fine 2018) ha quasi oscurato quella del bergamasco Davide Plebani, 22 anni anche lui, salito in bici a 11 anni col mito di Fabian Cancellara e della Roubaix, fino a ieri diviso tra pista e gregariato su strada tra i dilettanti. In qualificazione Plebani ha migliorato il primato italiano, in finale per il bronzo è stato bravissimo a tenere sempre tra i due e i tre decimi il russo Evtushenko che poi ha distanziato nell’ultimo giro. Con loro due, con Viviani, con Lamon — ieri ottimo quarto nel chilometro — e Consonni, l’italia ai Giochi di Tokyo non sarà una comparsa. Brava, bravissima ieri anche la 19enne trentina Letizia Paternoster che si è portata a casa l’argento nelle quattro prove dell’omnium, disputato come sempre all’arrembaggio, infilandosi in ogni varco aperto, cedendo solo all’esperta olandese Wild, campionessa uscente, negli ultimi due sprint della corsa a punti. Anche lei guarda a Tokyo con ottimismo.