La volata di Moncler in Borsa dopo i conti
Un cocktail di lusso non tradizionale, innovazione e tanto digitale. È quanto hanno letto gli investitori nei piani presentati da Moncler e che ieri hanno mandato in orbita il titolo della griffe dello stilista— imprenditore Remo Ruffini che ha rilevato il marchio 15 anni fa facendone una «case history» nel mondo dell’abbigliamento. Ieri il titolo ha chiuso a Piazza Affari con uno scatto dell’11,06% a 37,4 euro. Gli operatori hanno premiato il boom dell’utile e in genere i dati finanziari del 2018. Numeri sopra le aspettative degli analisti. I ricavi sono saliti del 22% a quota 1,42 miliardi e l’ebitda rettificato si è ampliato a 500,2 milioni (411,6 nel 2017) e l’utile netto di gruppo ha segnato un aumento del 33% a 332,4 milioni. Il gruppo ha molta liquidità: la cassa netta si è attestata a 450,1 milioni, dopo aver pagato 70 milioni di dividendi.
Agli analisti Ruffini ha spiegato che nei prossimi mesi le incertezze economiche e geopolitiche potrebbero rendere «il sentiero più ripido». Uno dei punti di forza è stato il progetto «Genius», capace di generare nel 2018 una crescita del traffico sul sito (+33% di visite, +34% di utenti unici) avvicinando però anche nuovi clienti ai negozi fisici, che hanno beneficiato del digitale registrando un aumento del 10% del traffico. «Un paio di anni fa abbiamo sentito che il mondo stava cambiano nel nostro settore. Ci siamo detti che dovevamo trovare nuovi clienti e iniziare a parlare con i Millennials. Così abbiamo lanciato il progetto omnichannel. In un anno ci siamo riusciti», ha spiegato al mercato l’imprenditore che cattura l’attenzione di un pubblico più giovane anche attraverso i progetti di sostenibilità ambientale. Moncler — 8,63 miliardi di capitalizzazione in Borsa — ha tra gli azionisti investitori del calibro del fondo sovrano di Singapore Temasek. Nell’ultimo mese il titolo è cresciuto del 13,8% (+30,5% negli ultimi dodici mesi). Molti attribuiscono a Ruffini l’intenzione (e le capacità) di aggregare marchi e creare un polo del lusso. Ma Ruffini nega: «Noi investiamo solo su Moncler».