Corriere della Sera

«L’analisi bis dei costi? Fatta solo sull’italia è insensata»

- M. Ima.

Professor Marco Ponti, ancora?

«Ma no. Non c’è nessuna nuova analisi costi-benefici. Si tratta solo di un ritaglio della precedente. All’interno di un calcolo più complesso, si isolano i costi solo per l’italia».

Non la sento entusiasta.

«Questa operazione che è stata richiesta dal governo non corrispond­e allo spirito di un lavoro che per sua natura non può essere sovranista».

E perché non può esserlo?

«L’acb confronta i benefici della collettivi­tà con le sue risorse e i beni consumati».

L’italia non è una collettivi­tà?

«Ma che c’entra. In un’opera internazio­nale, l’acb guarda tutti gli aspetti della ricaduta di un’opera e dei suoi eventuali benefici sulle collettivi­tà che ci mettono i soldi. Italiani, francesi, europei, in questo caso».

Quindi non si potrebbe fare?

«Certo che si può. Ma qui inevitabil­mente entra in gioco chi paga cosa, e questo mette in crisi un aspetto importante dell’analisi costi-benefici. Il nostro lavoro ha importanti contenuti democratic­i, perché riguarda l’affidabili­tà dei vari governi rispetto a un’opera importante».

Facciamo un esempio?

«Eccolo. Se l’emiro del Kuwait impazzisce e decide di regalare all’italia una ferrovia sulla quale passano solo due treni al giorno, noi magari la accettiamo volentieri, tanto i soldi li mettono altri. Ma questo non rende meno sciagurato l’uso delle risorse, chiunque paghi. Vallo a far capire a chi ci chiede questo tipo di lavoro...».

Cosa c’è da capire?

«Che va contro lo spirito dell’analisi costi-benefici che ci era stata chiesta».

Si sente tirato per la giacca?

«Neppure per idea. Mi hanno già cacciato cinque diversi ministri dei Trasporti, si figuri».

Come andrà a finire sulla Tav?

«Questo è un problema politico. A me tocca fare analisi sulla ragionevol­ezza dell’uso dei denari di tutti noi. Lo Stato non c’entra niente. Questo è il senso dell’analisi costi-benefici, che ha invece uno spirito internazio­nalista».

Avete dovuto rifare i calcoli?

«No. È un semplice estratto che non cambia il nostro giudizio negativo. Altrimenti ci sarebbero voluti altri due mesi. Invece mi sembra che abbiano tutti molta fretta».

Non è un nuovo studio ma un ritaglio di quello precedente che per sua natura non può essere sovranista

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