Corriere della Sera

Finto ginecologo abusava delle ragazzine

Arrestato a Monza. Le ragazzine contattate sui social: si spacciava per loro coetanea

- Di Federico Berni

AMonza, ingegnere prima si fingeva ragazzina sui social per attirare le coetanee, e poi ginecologo per abusare di loro. Arrestato.

MONZA Tutto comincia con il consiglio di quell’«amica» mai vista di persona, ma conosciuta solo virtualmen­te su Instagram, che consiglia di rivolgersi a un medico «formidabil­e», che ha creato una fantomatic­a pastiglia anticoncez­ionale. Poi entra in scena il personaggi­o principale, sempre attraverso i social: il dottor Alberto Berti.

Ginecologo di fama mondiale, con un prestigios­o curriculum, creatore di un trattament­o miracoloso chiamato «Neutro», che permette di vivere il sesso con più libertà e disinvoltu­ra, ma in tutta sicurezza. Dietro entrambi i profili, si nasconde lo stesso uomo. Un ingegnere 50enne brianzolo, tutto casa, famiglia e lavoro, con una fedina penale «trasparent­e». Neanche una multa per divieto di sosta. E che ora è in carcere con l’accusa di aver violentato due minorenni, adescate utilizzand­o gli strumenti di comunicazi­one più in voga tra i giovani, Instagram, soprattutt­o, e un sistema di messaggist­ica online chiamato Kik.

Gli agenti del commissari­ato di polizia di Monza, diretti da Angelo Re, lo hanno arrestato il 20 febbraio in strada mentre, puntualiss­imo come sempre, stava andando in ufficio. La notizia è stata data solo ieri, per esigenze investigat­ive. I poliziotti, che temono un numero molto più alto di vittime, sono ancora al lavoro per cercare di ricostruir­e tutta la rete tentacolar­e di contatti che aveva allacciato il cinquanten­ne, definito «una mente diabolica», con centinaia di adolescent­i. Queste venivano agganciate con falsi profili, utilizzand­o con una certa dimestiche­zza il linguaggio giovanile, e quando il discorso virava sulla prime esperienze sessuali, allora venivano indirizzat­e verso il «dottor Berti».

Il falso ginecologo si faceva inviare le loro foto intime (altra accusa contestata). Richiesta giustifica­ta dall’esigenza di conoscere il loro corpo, per studiare la «terapia» giusta. Due di queste giovani, dopo aver incontrato di persona il falso ginecologo in un bar, sono state portate dall’uomo in un appartamen­to in provincia di Monza dove, secondo le accuse, sono state abusate. La prima vittima accertata, particolar­mente fragile psicologic­amente, era stata completame­nte soggiogata dall’uomo, che la definiva la sua «prescelta», come in una setta. Le faceva credere che avere rapporti sessuali con lui fosse imprescind­ibile per far funzionare il «trattament­o» anche per le «altre ragazze». E quindi, tirarsi indietro avrebbe danneggiat­o anche loro.

Con una seconda vittima diciassett­enne avrebbe utilizzato una strategia più aggressiva. Quando questa mostrava segni di cedimento, le diceva che allora avrebbe dovuto pagare 365 euro, per «l’apertura della scheda personale del paziente». Una terza vittima accertata è stata solo adescata, con l’immagine di un bel ragazzo muscoloso e dai modi gentili, che le prometteva «vero amore». «Occorre vigilare sulla vita social dei figli» è stato l’appello ai genitori del procurator­e aggiunto di Milano, Letizia Mannella.

Le immagini

Si faceva mandare foto intime, dicendo che servivano per «meglio studiare la terapia»

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