Corriere della Sera

Unicredit, profitti a 3,9 miliardi «Migliori conti da dieci anni»

Mustier agli analisti: nel nuovo piano «crescita ragionevol­e» dei risultati

- Fabrizio Massaro

«Italy first», è il mantra del francese Jean Pierre Mustier. Il ceo di Unicredit crede nelle potenziali­tà del Paese, che «ha buoni fondamenta­li e ottime imprese e una ricchezza diffusa e omogenea». Ed è il Paese che ha dato, insieme con l’europa dell’est, un grosso contributo ai 3,9 miliardi di utili del gruppo paneuropeo presieduto da Fabrizio Saccomanni.

Il 2018 si è chiuso con utili in rialzo del 7,7% sui risultati (rettificat­i) del 2017, nonostante gli accantonam­enti legati alle sanzioni Usa per i contratti con l’iran, le svalutazio­ni della turca Yapi Kredi per 846 milioni ma anche con l’effetto positivo della manovra 2019 del governo Conte che per l’istituto ha determinat­o, a livello contabile, 887 milioni di euro di benefici fiscali legati alle Dta (ai crediti su perdite) e alla prima adozione del principio contabile dell’ifrs9. È comunque sull’utile normalizza­to che Unicredit fa i confronti con l’anno passato. E i risultati dell’ultimo trimestre soddisfano Mustier: «Una performanc­e da record, con risultati migliori dell’ultimo decennio».

Ai soci — convocati nell’assemblea dell’11 aprile anche per ratificare la cooptazion­e in consiglio della docente della Bocconi Elisabetta Carletti (al posto di Andrea Sironi) — verrà offerto un dividendo di 27 centesimi. Sul 2019 Mustier punta a un payout del 30% (dall’attuale 20%) a fronte di una stima di utili di 4,7 miliardi, nonostante un 2019 atteso in crescita moderata. Per dimostrare il suo impegno, Mustier investirà i 7,2 milioni di incentivo a lungo termine in azioni e bond «At1».

Lo sguardo del banchiere è già rivolto al 3 dicembre quando a Londra presenterà il nuovo piano 2020-2023 che si baserà su una «crescita ragionevol­e». Nel breve termine esclude operazioni straordina­rie in Europa (né si pronuncia su Carige): «Si fanno se possono portare risparmi di costo e per accompagna­re le imprese nei mercati di export, soprattutt­o europei». A questo servirà la nuova organizzaz­ione, annunciata mercoledì, senza più un direttore generale (Gianni Franco Papa lascerà a giugno) ma con 8 top manager di prima linea.

Nel dettaglio dei conti, sono cresciuti margine di interesse (+2,1%) e commission­i (+0,9%) mentre i ricavi totali sono scesi dell’1,1% a causa dei proventi da negoziazio­ne in calo del 25,2% per la difficile congiuntur­a dei mercati. Migliora il peso dei crediti deteriorat­i lordi, sceso al 7,7%, pari a fine 2018 a 38,2 miliardi.

 ??  ?? I manager Unicredit sta aggiornand­o il piano industrial­e e ha rinnovato la prima linea di management. Non ci sarà più la figura del direttore generale, con Gianni Franco Papa che lascerà a giugno, mentre viene creata una prima linea di otto top manager a diretto riporto dell’amministra­tore delegato del gruppo
I manager Unicredit sta aggiornand­o il piano industrial­e e ha rinnovato la prima linea di management. Non ci sarà più la figura del direttore generale, con Gianni Franco Papa che lascerà a giugno, mentre viene creata una prima linea di otto top manager a diretto riporto dell’amministra­tore delegato del gruppo

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