Sì all’anticorruzione Di Maio festeggia e ringrazia la Lega
Ma l’anac lancia l’allarme appalti senza gara
ROMA In piazza Montecitorio, dopo il varo definitivo del disegno di legge anticorruzione, Luigi Di Maio e il Guardasigilli Alfonso Bonafede guidano la danza dei grillini che dicono «Bye bye ai corrotti». «È la rivincita degli onesti. Grazie anche alla Lega, con questa legge nulla sarà più come prima», dichiara raggiante il vicepremier del M5S. Eppure, pochi minuti prima del voto — 304 sì, 106 contrari, 19 astenuti — Matteo Salvini si era platealmente sottratto alla festa per la legge «spazzacorrotti»: «No grazie, i flash mob non portano bene». E di seguito i deputati leghisti, a parte un timido battimani in aula, si sono tenuti ben lontani dal celebrare la legge che inasprisce le pene per i «colletti bianchi», introduce l’agente sotto copertura nella pubblica amministrazione e, soprattutto, congela sine die la prescrizione dopo il primo grado, senza distinguere tra imputati condannati e assoluti.
«Non saremo complici dell’assassinio del processo», ha detto Enrico Costa annunciando l’uscita dall’aula di Forza Italia. Il Pd ha votato contro («La prescrizione è una bomba innescata», ha spiegato Cosimo Ferri) ma ieri ha perso un’occasione per mettere in crisi la maggioranza su uno dei due voti segreti
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È uno dei più grandi risultati in sei mesi di governo. Al centro ora ci sarà la brava gente onesta Luigi Di Maio
ammessi: quello sull’emendamento Costa sull’abuso d’ufficio (196 sì, 340 no) mentre Lega e M5S dilagavano sull’emendamento di Catello Vitiello del Misto sul peculato (130 sì, 406 no).
La prescrizione congelata dopo il primo grado avrà la sua efficacia (non retroattiva) a partire dal 2020 ma, come da patto orale tra M5S e Lega, solo se verrà approvata nel frattempo la riforma del processo penale. È comunque tutto da vedere se finirà così.
Oggi il Consiglio superiore della magistratura voterà un parere al ministro molto critico: sulla legge perché con la nuova prescrizione «i gradi del processo successivi al primo potrebbero essere più lenti». Contrari anche decine di professori di diritto, guidati da Gian Domenico Caiazza e Vittorio Manes, che insieme all’unione delle camere penali hanno inviato un appello al capo dello Stato contro la legge che renderà l’imputato «un eterno giudicabile».
Ma la maggioranza, seppure per motivi opposti, ora se la deve vedere anche con Raffaele Cantone. Il presidente dell’autorità anticorruzione sta esercitando un pressing su Palazzo Chigi per far cancellare l’emendamento alla manovra in cui si alza il tetto per gli appalti concessi senza gara dai sindaci (da 40 mila a 200 mila euro). Cantone segnala che così il 70% degli appalti dei Comuni verrebbe concesso con procedura diretta: l’anac, dunque, suggerisce almeno di inserire un vincolo temporale oppure porre un limite includendo solo i nuovi investimenti dei Comuni.