IN PIAZZA A TORINO E A ROMA L’ITALIA CHE VUOLE FARCELA
Caro direttore, mi sembra che mai come in questi ultimi tempi il ruolo della donna italiana sia stato veramente esaltato per merito di un piccolo gruppo di signore che, con grande spirito civico e sottile senso della vera politica pulita, hanno organizzato dal niente, soltanto con una semplice chiamata in Internet, due composte manifestazioni contro il degrado politico e morale che attraversa le grandi città d’italia insieme a tutto il Paese, riuscendo a riempire due strategiche piazze come quella di San Carlo della prima capitale d’italia, Torino, e la seconda nella michelangiolesca piazza del Campidoglio dell’attuale capitale. Spero, che così facendo, siano riuscite a portare in molti di noi almeno un semplice messaggio di ottimismo nel desolante quadro che oggi viviamo. Personalmente, in questo momento, io ne sento veramente tanto bisogno!
vcovelli@libero.it
Caro signor Covelli,
Le due manifestazioni di Roma e Torino hanno portato in piazza un’italia composta, determinata e coraggiosa. Che ha voglia di non rassegnarsi a una politica che esalta le reazioni di pancia, urla soluzioni semplificate e perciò bugiarde, passa il tempo a bloccare progetti utili alla crescita. Il fatto che tutto sia nato da un’iniziativa spontanea di un gruppo
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di donne estranee alle fazioni politiche è un altro bel segnale: di come le battaglie di parità abbiano funzionato e addirittura portato, in questo caso, a un ribaltamento di ruoli. Nell’intervista concessa al Corriere della Sera da Roberta Castellina, una delle «madamine» di Torino, c’è la rivendicazione di uno spirito borghese, tanto vituperato e irriso perfino da Beppe Grillo. Dove borghese non è una caratteristica di classe ma l’orgoglio di studiare, impegnarsi, aprirsi agli altri, far bene il proprio lavoro, raggiungere risultati con la consapevolezza che molto dipende da te. Non c’è una spectre in agguato, non ci sono alibi da avanzare sempre per giustificare manchevolezze da fannulloni e per pretendere sussidi pubblici senza aver creato ricchezza e lavoro.