La cartolina spedita per festeggiare l’armistizio
Tornare a casa e riprendere la vita normale era la speranza dei ragazzi che si erano trovati a combattere in una guerra tremenda. Mio nonno Piero era uno di loro. Inviato nel 1915, a 20 anni, sul fronte dolomitico, poi era stato trasferito sul Carso e dopo impegnato in combattimenti sul Piave. Alla notizia dell’armistizio, il 5 novembre ’18 scrisse ai genitori una breve lettera, quasi incredulo per essere sopravvissuto a pericoli per noi neppure immaginabili. Sono parole semplici, ma forse proprio per questo impressionanti. «Ecco finalmente giunta la fine della grande guerra con lo schiacciamento completo della signora Austria. Bene!! Tutto è andato meravigliosamente bene! Nessuno aspettava il colpo mortale dell’austria così vicino! Il più è che io stesso, con le mie proprie gambe, avrò il piacere di portare a casa la mia pellaccia, benché un po’ invecchiata, ma sembra buona. Ieri mattina appena saputo che alle 3 iniziava l’armistizio vi ho mandato una cartolina. L’avete ricevuta? Gli austriaci dall’altro ieri hanno sospeso il fuoco e noi si aspettava la notizia per la cessazione, figuratevi che allegria! Chi non diventa pazzo al pensare che tutto è passato e dopo tanto tempo posso dire di essere sicuro e di tornare a casa mia! E voi che cosa avete pensato quando è arrivata la notizia?! Evviva, sempre allegri che tutto è passato.
Saluti e baci, Pierino».
Cesara Mantica