Lucano non può abitare a Riace
Al sindaco il divieto di dimora: io perseguitato. Torino, si indaga su un altro episodio di sconfinamento
Revocati gli arresti domiciliari per Mimmo Lucano, il sindaco di Riace accusato di aver favorito l’immigrazione clandestina. Il Riesame ha deciso (divieto di dimora) che non potrà abitare a Riace.
REGGIO CALABRIA Mimmo Lucano è ritornato un uomo libero, ma dovrà dimorare fuori da Riace. Il Tribunale del Riesame di Reggio Calabria ha accolto, in parte, la tesi dei difensori dell’ex sindaco e dopo dieci ore di camera di consiglio ha emesso il provvedimento. «È una persecuzione, una cosa senza senso» il commento di Lucano, dopo aver saputo della decisione dei giudici che l’hanno esiliato dal paese dell’accoglienza e dell’integrazione. Il sindaco ha trascorso i 14 giorni agli arresti domiciliari, con l’accusa di favoreggiamento all’immigrazione clandestina, nella sua casa di Riace. Per quanto tempo dovrà stare lontano non è stato ancora chiarito. Al momento della notifica del provvedimento da parte della Guardia di Finanza, con Lucano c’erano il fratello Sandro e la figlia Martina.
In mattinata dopo aver partecipato all’udienza il sindaco, sospeso dopo il suo arresto, incontrando i giornalisti aveva ribadito che anche senza i finanziamenti pubblici il modello Riace continuerà ad esistere. «Non voglio avere a che fare con questo governo che spesso non rispetta i diritti umani» aveva affermato l’ex sindaco spiegando di voler puntare sull’artigianato locale e sui frantoi per recuperare parte di quei fondi necessari per continuare l’avventura.
Ieri è stato anche il giorno dello scontro tra il ministro dell’interno Matteo Salvini e le autorità francesi, dopo gli «sconfinamenti» della Gendarmeria in territorio italiano per lasciare due migranti in un bosco. «Quanto avvenuto — ha scritto il titolare del Viminale — è un’offesa senza precedenti al nostro Paese. Non accettiamo le scuse, siamo di fronte a una vergogna internazionale e il signor Macron non può far finta di nulla». Pronta la risposta dall’eliseo: «C’è stata un’incursione, non prevista né conforme agli ordini, in territorio italiano». Un incidente: «Ce ne sono, piccoli e deplorevoli, di cui abbiamo dato atto». La Procura di Torino intanto indaga su una nuova denuncia: due cittadini italiani residenti a Claviere sarebbero stati avvicinati e controllati da 4 uomini armati in mimetica militare, «verosimilmente francesi».