Il segnale di Milano per la tolleranza
MILANO Le prove generali erano state fatte ad agosto in occasione del vertice in Prefettura tra Matteo Salvini e il premier ungherese Viktor Orbán. La piazza milanese si ritrova con le stesse parole d’ordine e le stesse sigle a organizzare la protesta. Anpi, Aned (l’associazione dei deportati nei lager) e i Sentinelli, un gruppo molto attivo nato sui temi della laicità e dei diritti. I diecimila di piazza San Babila furono salutati come «i nuovi resistenti». Un mese dopo sul sagrato del Duomo si ritrovano, tutti vestiti di rosso, in 25 mila (stima degli organizzatori). «Intolleranza zero», il titolo scelto per la nuova mobilitazione. Il Pd non c’è perché impegnato col suo corteo a Roma, i politici sono pochi e sul palco si alternano le testimonianze delle vittime di episodi d’intolleranza e odio. Lo studente bullizzato, i ragazzi di Verona aggrediti perché gay, il ricercatore che ha denunciato Trenord per la frase razzista di una capotreno contro i rom. E poi Massimo Biancalani, il parroco che accoglie i profughi, e il cantautore Enrico Nascimbeni, picchiato quest’estate sotto casa da due persone al grido di «sporco comunista». Si canta e si balla col rap del bresciano Tommy Kuti e la sua «Sono afroitaliano». In piazza si affaccia Laura Boldrini, vestita di rosso e applauditissima. «Al fascismo non ci si arriva con un colpo di Stato ma erodendo giorno per giorno le garanzie democratiche. Non rispettando più la separazione dei poteri, o i diritti della Costituzione e delle minoranze», attacca l’ex presidente della Camera. «La pacchia per Salvini è finita, questa piazza lo dimostra», dicono gli organizzatori. Si chiude con «Bella Ciao» e «Maledetta primavera», Resistenza e pop anni 80.