I nodi della manovra
Superamento della legge Fornero e accordo con l’agenzia delle Entrate: i temi che il governo deve affrontare
SANATORIA DEI DEBITI, PIÙ INCOGNITE CHE CERTEZZE
L’unica cosa certa è chi vi fanno tutti grande affidamento per fare cassa. La stima è ferma a 3,5 miliardi di euro, anche se difficilmente sarà messa nero su bianco nel bilancio a copertura di qualche spesa, visto che si tratta di entrate «una tantum». Ma dalla pace fiscale almeno la Lega si attende molto di più. «Si possono fare tranquillamente dieci miliardi di euro» dicono i tecnici del partito, anche se il provvedimento è tutto da scrivere e convincere il Movimento 5 Stelle ad allargare le maglie della sanatoria, anche solo per fare cassa, non sarà facile. I grillini non vogliono che la misura assomigli neanche lontanamente ad un condono, e da qualche settimana hanno cominciato a fare le pulci ai progetti della Lega.
I paletti del M5S
Avanzando questioni sugli importi sanabili, che non vogliono troppo elevati, sul tipo di operazioni che si potranno regolarizzare, con l’esclusione di quelle dolose, sul regime penale, che Luigi di Maio vorrebbe inasprire. Matteo Salvini è già dovuto scendere a patti. Fino a pochi giorni fa i suoi parlavano di una pace fiscale per i debiti fino a un milione di euro. Nei giorni scorsi, quando si è messo mano alla Nota di aggiornamento al Def, il limite era sceso a 100 mila euro. Ora si parla di un tetto di 500 mila euro, ma non è chiaro a cosa si applica. Secondo i tecnici della materia è difficile imporre un tetto per contribuente. Molto più facile che il limite riguardi le singole cartelle, e non il debito complessivo.
Il nocciolo del problema
Lega e M5S sono divise anche sul nocciolo del problema: quali debiti regolarizzare, pagando un’aliquota del 6, 15 o 25% a seconda degli importi. Per Luigi di Maio dovrebbe accedere solo chi ha presentato la dichiarazione dei redditi,
13,1 ma non ha poi pagato il dovuto. Persone in difficoltà, ma oneste. Niente a che vedere con gli evasori veri e propri,e 2013 che dovrebbero restare esclusi.
La Lega non ha mai fatto distinzioni, ma non le fa neanche la Nota di aggiornamento al Def, che fa riferimento ad una massa indistinta molto ampia di debiti fiscali (800 miliardi teorici di cui solo 50 realisticamente recuperabili), non solo a quelli dovuti agli accertamenti per omesso versamento, molto inferiori. Resta aperta anche la questione della regolarizzazione dei contributi previdenziali, mentre sembra esclusa la possibilità di estenderla all’iva, un’imposta «comunitaria», che lo Stato non può alleggerire arbitrariamente.
Concordato e rottamazione
Altre incognite riguardano l’impatto sulla rottamazione delle cartelle Equitalia, in corso, e le modifiche al concordato con adesione. Proprio oggi si è chiusa la prima rottamazione e scade la seconda rata di quella bis. C’è il forte rischio che con la pace fiscale in vista, la gente smetta di pagare. Sarebbe difficile impedirglielo, visto che la rottamazione è molto più costosa, con lo sconto solo su sanzioni e interessi. Ma potrebbe esserci una norma per inibire la pace fiscale a chi non avesse onorato, fino a quel momento, le rate della rottamazione.
Quanto al concordato esiste dal ‘96, ed è vero che fin qui non ha funzionato molto bene. Il fisco, però, ha già un grande potere discrezionale sul «quantum» da pagare, molto meno sui tempi di pagamento o rateizzazione del debito
Legato alla pace fiscale, poi, Luigi Di Maio vorrebbe un nuovo inasprimento delle sanzioni penali sui reati tributari. Si profila un ritorno al passato: rafforzate da Tremonti nel 2011, sono state razionalizzate e alleggerite dal governo Renzi. Il carcere per gli evasori, comunque, è rimasto, ma solo per i reati più pesanti, quelli legati alle frodi, come le false fatturazioni, e non per i contribuenti che dichiarano le imposte ma poi hanno difficoltà a pagarle. La regolarizzazione dei debiti del passato e l’inasprimento delle sanzioni avverrebbero, curiosamente, senza alcuna modifica nel sistema impositivo (la flat tax nel 2019 riguarda solo un milione e mezzo di contribuenti) né in quello della riscossione.