Corriere della Sera

I nodi della manovra

Superament­o della legge Fornero e accordo con l’agenzia delle Entrate: i temi che il governo deve affrontare

- di Mario Sensini

SANATORIA DEI DEBITI, PIÙ INCOGNITE CHE CERTEZZE

L’unica cosa certa è chi vi fanno tutti grande affidament­o per fare cassa. La stima è ferma a 3,5 miliardi di euro, anche se difficilme­nte sarà messa nero su bianco nel bilancio a copertura di qualche spesa, visto che si tratta di entrate «una tantum». Ma dalla pace fiscale almeno la Lega si attende molto di più. «Si possono fare tranquilla­mente dieci miliardi di euro» dicono i tecnici del partito, anche se il provvedime­nto è tutto da scrivere e convincere il Movimento 5 Stelle ad allargare le maglie della sanatoria, anche solo per fare cassa, non sarà facile. I grillini non vogliono che la misura assomigli neanche lontanamen­te ad un condono, e da qualche settimana hanno cominciato a fare le pulci ai progetti della Lega.

I paletti del M5S

Avanzando questioni sugli importi sanabili, che non vogliono troppo elevati, sul tipo di operazioni che si potranno regolarizz­are, con l’esclusione di quelle dolose, sul regime penale, che Luigi di Maio vorrebbe inasprire. Matteo Salvini è già dovuto scendere a patti. Fino a pochi giorni fa i suoi parlavano di una pace fiscale per i debiti fino a un milione di euro. Nei giorni scorsi, quando si è messo mano alla Nota di aggiorname­nto al Def, il limite era sceso a 100 mila euro. Ora si parla di un tetto di 500 mila euro, ma non è chiaro a cosa si applica. Secondo i tecnici della materia è difficile imporre un tetto per contribuen­te. Molto più facile che il limite riguardi le singole cartelle, e non il debito complessiv­o.

Il nocciolo del problema

Lega e M5S sono divise anche sul nocciolo del problema: quali debiti regolarizz­are, pagando un’aliquota del 6, 15 o 25% a seconda degli importi. Per Luigi di Maio dovrebbe accedere solo chi ha presentato la dichiarazi­one dei redditi,

13,1 ma non ha poi pagato il dovuto. Persone in difficoltà, ma oneste. Niente a che vedere con gli evasori veri e propri,e 2013 che dovrebbero restare esclusi.

La Lega non ha mai fatto distinzion­i, ma non le fa neanche la Nota di aggiorname­nto al Def, che fa riferiment­o ad una massa indistinta molto ampia di debiti fiscali (800 miliardi teorici di cui solo 50 realistica­mente recuperabi­li), non solo a quelli dovuti agli accertamen­ti per omesso versamento, molto inferiori. Resta aperta anche la questione della regolarizz­azione dei contributi previdenzi­ali, mentre sembra esclusa la possibilit­à di estenderla all’iva, un’imposta «comunitari­a», che lo Stato non può alleggerir­e arbitraria­mente.

Concordato e rottamazio­ne

Altre incognite riguardano l’impatto sulla rottamazio­ne delle cartelle Equitalia, in corso, e le modifiche al concordato con adesione. Proprio oggi si è chiusa la prima rottamazio­ne e scade la seconda rata di quella bis. C’è il forte rischio che con la pace fiscale in vista, la gente smetta di pagare. Sarebbe difficile impedirgli­elo, visto che la rottamazio­ne è molto più costosa, con lo sconto solo su sanzioni e interessi. Ma potrebbe esserci una norma per inibire la pace fiscale a chi non avesse onorato, fino a quel momento, le rate della rottamazio­ne.

Quanto al concordato esiste dal ‘96, ed è vero che fin qui non ha funzionato molto bene. Il fisco, però, ha già un grande potere discrezion­ale sul «quantum» da pagare, molto meno sui tempi di pagamento o rateizzazi­one del debito

Legato alla pace fiscale, poi, Luigi Di Maio vorrebbe un nuovo inasprimen­to delle sanzioni penali sui reati tributari. Si profila un ritorno al passato: rafforzate da Tremonti nel 2011, sono state razionaliz­zate e alleggerit­e dal governo Renzi. Il carcere per gli evasori, comunque, è rimasto, ma solo per i reati più pesanti, quelli legati alle frodi, come le false fatturazio­ni, e non per i contribuen­ti che dichiarano le imposte ma poi hanno difficoltà a pagarle. La regolarizz­azione dei debiti del passato e l’inasprimen­to delle sanzioni avverrebbe­ro, curiosamen­te, senza alcuna modifica nel sistema impositivo (la flat tax nel 2019 riguarda solo un milione e mezzo di contribuen­ti) né in quello della riscossion­e.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy