Lacrime e un sorriso disegnato: riapre la scuola di Samuele
Il primo giorno nell’istituto del bimbo di 8 anni morto con i genitori. In missione gli psicologi del Miur
GENOVA La maestra li ha accolti con queste parole: «Bambini, abbiamo tante cose di cui parlare. Tra cui il dolore per Samuele che non sarà più con noi». A Campomorone — alta Val Polcevera, 10 minuti da Genova — è il primo giorno di scuola. In questo borgo di 6 mila abitanti viveva Samuele Robbiano, il bimbo di 8 anni che ha perso la vita, assieme a papà Roberto e a mamma Ersilia, nel crollo del Morandi. Ieri il banco dello scolaro non c’era. Meglio toglierlo, hanno deciso la preside della scuola San Giovanni Bosco, Elena Tramelli, e Federico Bianchi di Castelbianco che è alla guida del gruppo di psicologi dell’età evolutiva inviati dal Miur negli istituti che ospitano bimbi e ragazzi sfollati.
Il rientro nella classe di Samuele, la terza A, è stato affrontato «facendo in modo che il dolore dei bimbi — racconta Bianchi di Castelbianco, “in prima linea” anche dopo i terremoti nel Centro Italia del 2016 — non restasse dentro lo zaino». L’idea è che fossero le maestre, «lasciando un passo indietro noi psicologi», a «guidare i bimbi nella condivisione del dolore». Qualcuno, con gli occhi rossi, ha mormorato: «Ma come faremo senza Samuele?». Altri lo hanno disegnato sorridente. O mentre calciava il suo inseparabile pallone dell’uomo Ragno. In serata lo scolaro è stato ricordato in una messa assieme a Petra, 11 anni, della stessa scuola, che il 17 settembre di un anno fa si tolse la vita lanciandosi da una palazzina di Campomorone.
Regione Liguria e Comune di Genova hanno affrontato il rientro a scuola con un poderoso piano traffico riguardante i circa 2.000 studenti della «zona rossa». «Undici i nuovi servizi navetta, mentre gli scolari sfollati — spiega l’assessore regionale alle politiche giovanili Ilaria Cavo — sono stati portati in taxi». I problemi, forse inevitabili, non sono mancati. Una navetta incolonnata in autostrada ha impiegato un paio d’ore per il giro tra Certosa e Sampierdarena, neanche 3 km in linea d’aria. Un altro inciampo — per «problemi di sicurezza strutturale» — arriverà dal divieto di transito per i mezzi dal peso superiore a 7,5 tonnellate disposto dal Comune sul viadotto di via Pionieri, su cui passa ora la circolazione pesante del porto.