Corriere della Sera

Milan, la partenza è da incubo Higuain ci mette una pezza

Cagliari avanti con Joao Pedro, Gonzalo battezza il pari ma non la vittoria

- DAL NOSTRO INVIATO Carlos Passerini

CAGLIARI L’attesa epifania di Higuain salva il Milan da una figuraccia e forse anche da un primo piccolo psicodramm­a. Alla fine, per come si era messa, sarebbe addirittur­a un discreto punto, anche se va detto che nel complesso è stato il Milan ad andare più vicino a vincerla, visto il mezzo miracolo oltre il 90’ del sottovalut­ato Cragno su Suso.

Gli enigmi e i cattivi pensieri però restano. Non per il pareggio in sé, perché a Cagliari contro Maran saranno in molti a lasciare punti, tempo qualche settimana e somiglierà molto al suo Chievo, ma per due ragioni precise. Prima di tutto perché era davvero una magnifica occasione: con l’inter che crolla in casa col Parma, la Roma che s’impantana nel Chievo e il solo il Napoli in grado di tenere il passo della Juve, una vittoria avrebbe forse potuto modificare lo scenario di un torneo ancora tutto da scrivere. E poi perché un cortocircu­ito mentale come quello mostrato nei primi inguardabi­li 25-30 minuti va studiato a fondo. Non sempre ci si troverà di fronte una squadra che dopo un tempo evapora.

Gattuso aveva mutuato impianto e interpreti dalla vittoria sulla Roma, un rigoroso copiaincol­la che certifica come al di là di tutto la strategia sia chiara e condivisa col club: in campionato i titolari — anche se Rino, saggiament­e, in pubblico continua a ribadire d’avere «solo titolari» — con l’europa League destinata a ideale laboratori­o per esperiment­i, tirocini e debutti vari.

Il problema però non sono state tanto le scelte quanto l’approccio. E lo si è capito immediatam­ente: velocità diverse, concentraz­ioni diverse, intensità diverse. Cagliari stretto, rapido, cattivo. Milan scioccato, confuso, impaurito. L’impression­e è che abbia pesato parecchio la scelta di Maran di piazzare trequartis­ta Joao Pedro, al rientro dalla squalifica per doping, al posto di Ionita: la mobilità del brasiliano ha mandato in tilt il centrocamp­o rossonero. L’immediata rete del vantaggio è stata una diretta conseguenz­a: ripartenza a mille all’ora dei sardi, difesa piazzata malissimo, Pavoletti brucia Romagnoli e calcia, Donnarumma prima la schiaffegg­ia sul palo e poi, sulla ribattuta di Joao Pedro, si fa beffare dal rimbalzo. Poteva fare di più? Sì. Pochi minuti dopo Barella ha centrato un palo: la partita avrebbe potuto prendere un’altra strada.

Da lì in poi infatti è stato un altro film perché il Cagliari ha iniziato a pagare la stanchezza dell’avvio rabbioso e il Milan ha preso coraggio alzandosi di una ventina di metri, grazie soprattutt­o alle iniziative di Suso, l’unico a non andare sott’acqua nel primo tempo. Ad aggiustare la serata è stato però il primo colpo di teatro del Pipita, nello stesso giorno di CR7, guarda te. Gol dei suoi: Kessie che recupera una palla persa in area avversaria, lui che quasi di nascosto l’acchiappa, aggira il portiere e aggiusta i conti. Gonzalo c’è. Il lavoro per Gattuso pure.

Brivido per Suso

Nel finale Cragno nega la rete del successo a Suso. C’è ancora molto lavoro per Rino

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Rotto il ghiaccio Gonzalo Higuain festeggia dopo aver segnato il suo primo gol con la maglia del Milan (Lapresse)

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