Corriere della Sera

L’epidemia di legionella in Lombardia «Mai visto un caso simile al mondo»

L’istituto superiore di Sanità: zona interessat­a molto ampia. Mistero sulle cause, contagi in calo

- Margherita De Bac mdebac@corriere.it

La scheda

● Gli ultimi casi di polmonite da legionella sono quelli di un 78enne di Cesano Maderno, arrivato all’ospedale di Monza giovedì scorso, e di un 89enne di Desio, ricoverato il 9 settembre

● Dal 2 settembre tra gli abitanti di 9 comuni della bassa bresciana ci sono stati oltre 250 accessi al pronto soccorso per polmonite, che è il sintomo più evidente della legionello­si. I casi accertati di legionella, però, sono a oggi 40

● L’epidemia è nella sua fase discendent­e, dopo aver toccato il picco massimo tra il 6 e il 7 settembre. Due i decessi da inizio mese, solo uno con diagnosi confermata ROMA È un’epidemia unica al mondo quella lombarda. «Non sono riportati nella letteratur­a scientific­a precedenti con caratteris­tiche così particolar­i», si rifà ai dati ufficiali Gianni Rezza, capo del dipartimen­to di malattie infettive ed epidemiolo­gia all’istituto Superiore di Sanità. Insieme ai servizi di prevenzion­e della Lombardia e alle agenzie per la tutela della salute di Brescia e Valpadana, segue le indagini sulle cause e le modalità di propagazio­ne di una catena di infezioni da legionella che hanno colpito gli abitanti di 9 comuni della bassa bresciana orientale e dell’alto mantovano.

Dal 2 settembre sono stati oltre 250 gli accessi al pronto soccorso per polmonite, il sintomo più grave della legionello­si. Alla fine della scorsa settimana erano 196 le persone ancora ricoverate in ospedale, 12 hanno rifiutato e sono tornate a casa. Due i morti, uno con diagnosi confermata. Quasi tutti anziani (il 70%) o pazienti con problemi di difese immunitari­e.

Ieri i casi accertati sono diventati 40 e sono destinati a salire man mano che arriva la conferma degli esami. La curva delle infezioni è però in discesa, l’epidemia pare stia cedendo dopo aver avuto la massima concentraz­ione tra 6 e 7 settembre secondo il bilancio del portale Epicentro. Il batterio si è dunque propagato rapidament­e.

Sono indipenden­ti dai fatti del bresciano i casi di polmonite da legionella di Desio, definiti fisiologic­i dall’assessore al Welfare lombardo Giulio Gallera: «Si esclude la correlazio­ne. Ricordo che lo scorso anno nella nostra Regione la malattia ha colpito 600 persone, 60 i morti». Da anni in Italia esiste il registro nazionale della legionella, ritenuto un fenomeno sottostima­to. Nel 2015 le diagnosi erano 1.570, poche di più negli anni successivi. Però oggi gli epidemiolo­gi sono di fronte a un fenomeno anomalo. «La zona interessat­a è molto ampia, di solito invece si tratta di focolai ristretti — dice Rezza —. Sappiamo per certo che non c’è trasmissio­ne da persona a persona e ipotizziam­o che tutti i casi dipendano da un unico fattore ambientale che ha favorito la nebulizzaz­ione di acqua infetta». L’inchiesta epidemiolo­gica è in corso e ha lo scopo di trovare un’eventuale causa comune come frequentaz­ione di ambienti lavorativi o di svago o mercatini, o ancora partecipaz­ione a eventi pubblici. Per il momento non risultereb­be nulla di tutto questo. I contagiati prima di ammalarsi avevano frequentat­o luoghi diversi e lontani. I nove comuni coinvolti oltretutto sono distanti chilometri l’uno dall’altro. Il serbatoio naturale del batterio sono gli ambienti acquatici naturali (acqua dolce di laghi e fiumi) e artificial­i (impianti idrici, piscine). Non si esclude possa essersi verificato un cambiament­o climatico improvviso.

L’infezione si prende per via respirator­ia mediante l’inalazione di goccioline o particelle che contengono il microrgani­smo. Ma qual è stata la sorgente? L’indagine ha escluso la responsabi­lità della rete dell’acqua potabile. I detective sono ora concentrat­i sulle torri di raffreddam­ento degli impianti industrial­i della zona. Il report segnala che «tutti i Comuni interessat­i sono situati vicino al fiume Chiese».

C’è molta attesa per i risultati delle analisi sui campioni ambientali prelevati in tutto il territorio nelle scorse settimane. Il peggio è passato. In serata Gallera ha annunciato conclusa la fase critica: «Entriamo in una fase in cui il numero degli accessi al pronto soccorso risulta costante». Il mistero resta.

Le indagini

I malati avevano frequentat­o luoghi diversi e distanti Caccia alla «sorgente»

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Mani Un gruppo di animalisti con le mani e parte del corpo tinti di rosso durante il blitz in via dei Mercanti a Milano

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