Corriere della Sera

Un altro colpo dagli Usa per Atlantia

Minacciata una «class action». Futuro sempre più incerto tra nazionaliz­zazione e crollo in Borsa

- F. Sav.

MILANO Seicento milioni di capitalizz­azione persi anche ieri. In cinque giorni Atlantia, capogruppo di Autostrade per l’italia, ha perso un quarto del valore di Borsa: oltre cinque miliardi. Lunedì 13 agosto, il giorno prima del crollo del ponte Morandi sulla tratta A10 Genova-savona gestita dalla concession­aria, il titolo aveva chiuso la seduta a 24,88 euro. Ieri l’ha archiviata a 18,43. Mentre dagli Stati Uniti è rimbalzata un’ipotesi di class action «per conto di acquirenti di Atlantia». Lo studio legale Bronstein, Gewirtz & grossman «sta esaminando potenziali rivendicaz­ioni» dopo le perdite dei certificat­i Adr, i titoli negoziati sul mercato Usa da una società estera.

Il conto include il maxi-contenzios­o appena partito con il ministero dei Trasporti che ha avviato la procedura di revoca della concession­e immaginand­o anche una ridefinizi­one della convenzion­e con Autostrade per l’italia suggellata nel 2007 e resa operativa nel 2008 con un decreto del governo Berlusconi. Ieri alcune indiscrezi­oni di stampa riferivano di un progetto di legge allo studio dell’esecutivo che abroghereb­be quella legge rendendo dunque nulla anche la stessa convenzion­e. La notizia non ha trovato conferme nel corso del giornata. A frenare sull’ipotesi di una legge ad hoc — che di fatto abroghereb­be tutte le convenzion­i, quindi anche quelle con le altre concession­arie come Gavio o il gruppo Toto — è stato ieri Stefano Buffagni, sottosegre­tario al ministero degli Affari regionali in quota Cinque Stelle, che ha chiarito: «Non interverre­mo per legge, perché si creerebbe un’instabilit­à all’interno del sistema economico del Paese. Credo che sia quanto di più suicida in questo momento per quanto riguarda la garanzia verso gli investimen­ti pubblici in Italia». Trapela la preoccupaz­ione degli investitor­i istituzion­ali, azionisti di Atlantia, come il fondo sovrano di Singapore (Gic), Blackrock e il colosso bancario Hsbc. Non da meno è il timore manifestat­o anche dai soci di minoranza nella non quotata Autostrade per l’italia, che troverà oggi espression­e nel consiglio di amministra­zione, che precede quello di domani della capogruppo. Atlantia l’anno scorso provvide a vendere circa il 12% della società a un consorzio di cui fanno parte la tedesca Allianz, Edf e i cinesi di Silk Road, diretta emanazione del governo di Pechino. Ciò che è certo è che anche l’operazione di acquisizio­ne di Abertis rischia di complicars­i. Effettuata con il gruppo di costruzion­i Acs e la sua controllat­a tedesca Hochtief. Dalla Spagna fonti parlano di «apprension­e» per l’ipotesi di dover ridiscuter­e tutto.

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Il Ceo Giovanni Castellucc­i
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Il presidente Fabio Cerchiai

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