VACCINI, TOP MODEL E CONSENSO
L’ultima conquista, nel vero senso della parola, di Andrew Wakefield, il padre della teoria (smentita) che ha messo in relazione vaccini e autismo è nientemeno che «The body» in persona. Proprio lei, Elle Macpherson. Da quando fa coppia in pubblico con la iconica top-model australiana l’ex medico (è stato radiato dall’ordine) britannico, ha trovato nuovi riflettori a illuminare il proprio volto e, c’è da scommettere, le proprie tesi.
Può colpire che un uomo così discusso si accompagni a una donna tanto ammirata e desiderata. E invece non dovrebbe sorprendere. Al di là delle dinamiche relazionali, ovviamente personalissime, c’è un che di prevedibile e paradigmatico nella parabola di Wakefield, personaggio la cui popolarità ha ritrovato terreno di coltura fertile nell’america di Trump, e non solo. Essere contro il sistema, proporre soluzioni semplici a faccende complesse, come per esempio l’autismo, che è un puzzle complicatissimo, è una ricetta che oggi vince un po’ dappertutto. Ingredienti: trovate un nemico facilmente identificabile (potrebbero essere i vaccini o qualsiasi altra cosa, funziona comunque) dategli la colpa di un problema, solleticate complottismo quanto basta, aggiungete una spruzzatina di celebrità con molti follower, condite magari con qualche politico in cerca di stipendio da parlamentare et voilà, il gioco è fatto: servite su Internet, con particolare attenzione alla temperatura dei social network. Avrete un successone, lucrerete l’attenzione di chi da quel problema è interessato e il consenso di tutti quelli che non vedono l’ora di applaudire chi garantisce la confortevole sensazione che la cultura e l’esperienza frutto di serietà, fatica e analisi non servano a niente, anzi siano sospette perché potrebbero «tagliare fuori» chi non le possiede (ma chi mai potrebbe essere esperto in tutto?). La correlazione fra vaccini e autismo è stata solidamente smentita, ma in termini di seguito, di «voti», fa più un bel profilo su Instagram che pile di lavori scientifici. Sia chiaro: i migliori auguri alla nuova coppia. Però, al di là delle battute, è necessario oggi più che mai fare appello a non cadere nella tentazione di ridurre a categoria mediatica ciò che può avere conseguenze fatali su un numero enorme di vite. Quindi c’è da sperare che il ritorno di attenzione su Wakefield non titilli, certo in modo subliminale, chi, anche in Italia, è chiamato a prendere decisioni delicate.