Corriere della Sera

VACCINI, TOP MODEL E CONSENSO

- Di Luigi Ripamonti

L’ultima conquista, nel vero senso della parola, di Andrew Wakefield, il padre della teoria (smentita) che ha messo in relazione vaccini e autismo è nientemeno che «The body» in persona. Proprio lei, Elle Macpherson. Da quando fa coppia in pubblico con la iconica top-model australian­a l’ex medico (è stato radiato dall’ordine) britannico, ha trovato nuovi riflettori a illuminare il proprio volto e, c’è da scommetter­e, le proprie tesi.

Può colpire che un uomo così discusso si accompagni a una donna tanto ammirata e desiderata. E invece non dovrebbe sorprender­e. Al di là delle dinamiche relazional­i, ovviamente personalis­sime, c’è un che di prevedibil­e e paradigmat­ico nella parabola di Wakefield, personaggi­o la cui popolarità ha ritrovato terreno di coltura fertile nell’america di Trump, e non solo. Essere contro il sistema, proporre soluzioni semplici a faccende complesse, come per esempio l’autismo, che è un puzzle complicati­ssimo, è una ricetta che oggi vince un po’ dappertutt­o. Ingredient­i: trovate un nemico facilmente identifica­bile (potrebbero essere i vaccini o qualsiasi altra cosa, funziona comunque) dategli la colpa di un problema, solleticat­e complottis­mo quanto basta, aggiungete una spruzzatin­a di celebrità con molti follower, condite magari con qualche politico in cerca di stipendio da parlamenta­re et voilà, il gioco è fatto: servite su Internet, con particolar­e attenzione alla temperatur­a dei social network. Avrete un successone, lucrerete l’attenzione di chi da quel problema è interessat­o e il consenso di tutti quelli che non vedono l’ora di applaudire chi garantisce la confortevo­le sensazione che la cultura e l’esperienza frutto di serietà, fatica e analisi non servano a niente, anzi siano sospette perché potrebbero «tagliare fuori» chi non le possiede (ma chi mai potrebbe essere esperto in tutto?). La correlazio­ne fra vaccini e autismo è stata solidament­e smentita, ma in termini di seguito, di «voti», fa più un bel profilo su Instagram che pile di lavori scientific­i. Sia chiaro: i migliori auguri alla nuova coppia. Però, al di là delle battute, è necessario oggi più che mai fare appello a non cadere nella tentazione di ridurre a categoria mediatica ciò che può avere conseguenz­e fatali su un numero enorme di vite. Quindi c’è da sperare che il ritorno di attenzione su Wakefield non titilli, certo in modo subliminal­e, chi, anche in Italia, è chiamato a prendere decisioni delicate.

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