Corriere della Sera

Qui Vettel deve cancellare l’autogol

Seb ha l’occasione (e la pista giusta) per rifarsi dell’ultimo k.o. e superare Hamilton

- DAL NOSTRO INVIATO Daniele Sparisci

BUDAPEST Dai campeggi scendono in procession­e sugli sterrati che portano ai cancelli della pista. Hanno i cappellini, le bandiere del Cavallino, sono tanti e colorati. Si scrive Hungarorin­g ma si legge anche «Ferrari-ring»: tante gioie queste 14 curve hanno regalato al popolo rosso, Sebastian Vettel se le ricorda bene. Ci ha vinto nella sua prima stagione a Maranello (nel 2015) e ha bissato l’anno scorso con il volante rotto, «scortato» da Kimi Raikkonen.

Mai come adesso serve il tris. Per onorare quelle bandiere a mezz’asta, per ricordare nel modo migliore Sergio Marchionne: come tutti gli uomini e le donne della Ferrari Seb indossa una fascia nera al braccio. Le macchine sono vestite a lutto con una banda sul muso, anche quelle dei team satellite Alfa-sauber e Haas. Nessuno parla, per rispetto, ma il senso di smarriment­o lo misuri nelle facce dei meccanici. Nel silenzio si va avanti: in testa restano le parole del neopreside­nte John Elkann che insieme a Louis Camilleri guiderà il nuovo corso. Citando Enzo Ferrari il nipote dell’avvocato ha ricordato che non si corre per il secondo posto.

L’attenzione è tutta su Vettel, dopo il clamoroso autogol in Germania. È scivolato su una pozzangher­a sprecando una vittoria certa. Aveva già lasciato altri punti per strada quest’anno fra Baku, Francia e Austria, ma di tutti gli errori l’ultimo è il più grave. Deve rialzarsi subito, cancellarl­o, e dimostrare di reggere la pressione nel confronto con un Lewis Hamilton in stato di grazia. Il campionato è lungo, la Ferrari ha una macchina stellare e un gruppo di tecnici che con le loro trovate ha mandato in crisi di idee la Mercedes. L’ultima: far provare alle squadre clienti in anteprima il terzo motore della stagione. Per raccoglier­e dati preziosi prima di montarlo sulla Rossa, probabilme­nte a Spa.

Chiudere con un successo il tour più massacrant­e che la F1 ricordi (5 Gp in 6 settimane) potrebbe non bastare a Sebastian per riprenders­i la testa del Mondiale prima della pausa d’agosto. Il titolo di campione d’estate non vale nulla, però in Ungheria è obbligator­io massimizza­re il risultato sfruttando il fattore campo, tenendo d’occhio anche le temibiliss­ime Red Bull. Per le caratteris­tiche della Mercedes è un terreno di sabbie mobili, Hamilton ritiene di non essere il favorito. Ma ci si può fidare di uno che qui ha vinto 5 volte (3 con la Mclaren)? La rimonta prodigiosa di Hockenheim, e altre magie, ci insegnano di no. Da dovunque parta il ragazzo di Stevenage è sempre un pericolo, è impermeabi­le alla tensione e si esalta nel corpo a corpo. «Non c’è mai stata così tanta pressione, né io né Sebastian possiamo permetterc­i il minimo errore — spiega —, la cosa mi diverte e mi carica. Ho lavorato sul corpo e sulla mente per non crollare mai».

 ?? (Getty Images) ?? Idolo Sebastian Vettel firma autografi ai tifosi ungheresi della Ferrari. Il pilota porta il lutto al braccio sinistro, come tutta la squadra, in ricordo di Sergio Marchionne
(Getty Images) Idolo Sebastian Vettel firma autografi ai tifosi ungheresi della Ferrari. Il pilota porta il lutto al braccio sinistro, come tutta la squadra, in ricordo di Sergio Marchionne

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