Corriere della Sera

Le partenze non sono tutte uguali

- Di Mario Sconcerti

Esiste una vecchia tradizione che divide in tre parti la lettura di un calendario: l’inizio, ovvero le prime 5-6 giornate; poi le ultime tre partite, soprattutt­o per il finale di stagione. La terza parte è il niente, in sostanza l’inevitabil­e, quello che esiste durante la stagione normalizza­ta, da ottobre a fine aprile. Non ha più importanza cosa accade perché ormai sta accadendo tutto. Se prendiamo in consideraz­ione la fase uno di questa critica, cioè l’inizio, balzano agli occhi i buoni cammini di due squadre, Juventus e Inter. Sono i migliori perché nonostante su cinque partite ne abbiano tre in trasferta, nessuna delle due ha un avversario di prima fascia. L’inter anzi quasi meglio della Juve, ma è una questione di forma. La Juve ha la Lazio alla seconda giornata, ma gli altri quattro avversari vengono dall’ultima fascia di campionato (Chievo e Sassuolo), più due neopromoss­e (Parma e Frosinone). L’inter non ha la Lazio ma con lo stesso concetto di fondo trova Samp e Torino, il meglio della borghesia ambiziosa. La critica del calendario non è mai corretta, di consueto si giudica qualcosa di avvenuto, qui parliamo addirittur­a di partite da giocare più di squadre da chiudersi, formarsi. In sostanza adesso esiste davvero poco. Ma non c’è dubbio per esempio che il Napoli abbia un pessimo inizio. Tre partite su cinque fuori casa; nessun avversario sotto il nono posto di un anno fa, due squadre di prima fascia alla prima e seconda giornata, Lazio e Milan. È vero che tutti devono incontrare tutti e questo sminuisce il valore di un calendario, ma pensate a un tecnico nuovo come Ancelotti che ha bisogno di un grande avvio di stagione per convincere se stesso di essere nell’avventura giusta. Fare pochi punti all’inizio significa tante difficoltà. Peggio del Napoli sta il Milan, tre dei suoi primi cinque avversari sono arrivati molto in alto lo scorso anno (Napoli, Roma, Atalanta). Ma nessuno sa cosa sia il Milan oggi, quindi va sospeso il giudizio. Ultima consideraz­ione: spero qualcuno abbia capito come si potranno vedere tutte le partite. Io ancora no.

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