Corriere della Sera

Surrogata ed eterologa Quali sono le regole

- E. Teb.

1 Che cos’è la maternità surrogata?

È una forma di procreazio­ne assistita in cui una donna porta avanti la gravidanza per una coppia che non può (o non vuole) farlo. La gestante viene fecondata con l’ovulo di una donatrice (nelle coppie eterosessu­ali può essere anche la futura madre) e il seme del futuro padre. Non ha quindi rapporti biologici con il bambino, che alla nascita sarà dichiarato figlio dei genitori cosiddetti «intenziona­li» e non avrà legami giuridici con lei.

2 Cosa prevede la legge?

In Italia la maternità surrogata (o gestazione per altri, gpa) è vietata dalla legge 40, come anche la fecondazio­ne eterologa per le donne lesbiche o single. Il mondo cattolico e parte del movimento femminista criticano la gpa perché la consideran­o una forma di sfruttamen­to commercial­e delle donne e la ritengono dannosa per i bambini. Centinaia di coppie italiane, però, in maggioranz­a eterosessu­ali ma anche gay, vi ricorrono nei Paesi nei quali è legale.

3 Perché i bambini vengono registrati anche se la surrogata non è consentita?

Perché per i giudici conta «il preminente interesse dei minori»: cioè fare sì che siano tutelati il più possibile e possano avere anche in Italia i due genitori che gli riconosce la legge del Paese straniero in cui è nato.

4 In base a quale principio i sindaci registrano i figli delle coppie dello stesso sesso?

Sulla base della legge 40 sulla fecondazio­ne eterologa che prevede che è genitore chi non ha legami genetici col bambino ma ha dato il suo pieno consenso alla procreazio­ne con seme od ovuli donati. Per la registrazi­one usano inoltre la norma che permette ai padri eterosessu­ali di riconoscer­e i figli nati da coppie non sposate. Questo tipo di riconoscim­ento viene usato anche per i bambini nati in Italia (come succede di solito ai figli delle donne lesbiche).

5 Perché ci sono così tanti tipi diversi di riconoscim­ento dei bambini nati da genitori gay e lesbiche?

Perché, a differenza degli altri Paesi dell’europa occidental­e, dal Portogallo all’austria passando per la Scandinavi­a, l’italia non ha una legge specifica che riconosca la genitorial­ità gay e lesbica. Quindi le coppie dello stesso sesso che hanno avuto figli dopo essere andate all’estero a fare la procreazio­ne assistita hanno chiesto le tutele specifiche a cui avevano accesso in base alla loro situazione e ottenuto risposte diverse dai singoli tribunali o corti.

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