Corriere della Sera

Roghi greci, il governo: «Troppe case abusive»

- Virginia Piccolillo

Una pioggia violenta come le polemiche si è abbattuta su Atene, mentre il calcolo tragico delle vittime è salito a ottantasei e le speranze di rivedere vive le due gemelline scomparse a Rafina sono scese vicino allo zero. Tv e giornali continuano a chiedersi di chi sia la colpa se la collina più esclusiva di Atene è diventato un cimitero di carbone. E mentre i familiari delle vittime gridano contro i ritardi nei soccorsi, ciascuno risponde al quesito in modo diverso. Ieri sera il governo segnalava «seri segnali» dell’origine dolosa dei roghi. Ma nessuno, per ora annuncia l’unica misura necessaria, riaumentar­e il numero di uomini nei Vigili del Fuoco che, come ha detto al Corriere John Stamulis, il capo dei dirigenti dei pompieri di Atene, sono gli unici in grado di contrastar­e i megaincend­i. Dure sono le accuse per le scarse vie di fuga nella cittadina residenzia­le. La ex capo degli ispettori dell’ambiente, Margherita Karavasili, ha denunciato di aver «ricevuto incredibil­i pressioni per far rientrare le zone boschive nei dintorni di Mati nel Piano regolatore generale, aree protette che non potevano essere cementate». «Già nel periodo 2006-2008 le costruzion­i abusive erano arrivate fino sulle coste, chiudendo completame­nte con case, ristoranti e alberghi la spiaggia lungo tutto il suo percorso», ha detto. Un «crimine» lo ha definito alla Bbc il ministro greco della Difesa, Panos Kammenos, che durante una visita ai luoghi colpiti dai roghi a est di Atene è stato contestato dai residenti: rimprovera­vano il governo di averli abbandonat­i. «Questa costa di Atene, tutte queste proprietà, la maggioranz­a sono senza licenza, e hanno occupato la costa senza regole», ha tuonato, dopo i fischi. Intanto tra i cittadini c’è chi offre la propria casa, chi dona sangue, chi partecipa alla rimozione, con mascherina a proteggers­i da un’aria irrespirab­ile di ciò che resta di Mati. Mentre prosegue la ricerca delle decine di dispersi. Entro sabato dovrebbero essere conclusi gli accertamen­ti autoptici sulle salme. Ma molte sono irriconosc­ibili. E allo stesso Yiannis Philipopou­los, il papà delle due gemelle di 9 anni, Sophia e Vassiliki in attesa dei risultati del Dna, è stato detto: «Cominci a prepararsi al peggio».

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